RONCIGLIONE
Fino al 2011 la “corsa a vuoto”, grazie a una specifica deroga, avveniva sulla normale pavimentazione cittadina costituita di asfalto e sampietrini, risultando particolarmente insidiosa in determinati punti del percorso, soprattutto in caso di pioggia. Dopo alcuni anni di sospensione a seguito di un incidente grave occorso ad uno dei cavalli, l’originario tracciato cittadino, con i necessari adeguamenti tecnici e normativi, è diventato a tutti gli effetti un ippodromo urbano assolutamente sicuro e rispondente ai requisiti di legge. Severi anche i controlli veterinari prima e dopo la gara, attuati da un’apposita commissione.
E dallo scorso anno, le corse a vuoto si disputano nuovamente. Fondo in terra, barriere elastiche e protezioni sovrabbondanti nei punti ritenuti maggiormente critici, permettono ai cavalli di liberare la loro natura di corridori in totale tranquillità e senza alcuno stimolo esterno. A far loro da cornice i palazzi e le architetture rinascimentali che caratterizzano il centro storico cittadino. Questo antico Palio, che ad oggi risulta essere unico al mondo, è particolarmente sentito dalla cittadinanza che ne riconosce l’implicito valore culturale ed identitario. Molti anche i turisti e appassionati da varie parti d’Italia.
Ronciglione è divisa in nove Rioni (o Contrade) con propri colori sociali e gli appartenenti dedicano risorse e il proprio tempo libero alla cura e gestione del cavallo durante tutto l’anno. Un’attività volontaria animata dall’amore per questo nobile animale che ha segnato la storia delle civiltà in tutto il mondo e per la passione di vederlo correre in questa singolare disputa cittadina. La corsa è solo il momento clou di una serie di giornate che prevedono manifestazioni collaterali legate al palio e che iniziano alcuni giorni prima. Propiziatorie cene in piazza svolte nei vari rioni del paese in un sano clima di festa e leale rispetto, precedono il fine settimana dedicato al palio vero e proprio. Un corteo storico con figuranti in costume d’epoca e sbandieratori, accompagna i cavalli destinati alla corsa, condotti dai rispettivi barbareschi e col seguito dei rispettivi lascìni, capitani e presidenti dei vari Rioni. Il tutto scortato da un drappello di cavalieri Ussari, una rievocazione delle antiche truppe a cavallo napoleoniche che hanno contrassegnato un preciso periodo storico di Ronciglione.
Il pomeriggio del sabato prevede prove libere (ma comunque disciplinate e con rigido protocollo di svolgimento) compiute da due o tre cavalli per volta, idonee a far conoscere e provare il tracciato agli animali e, per quanto possibile, affinare ulteriormente il feeling tra il cavallo e il suo lascìno. La successiva domenica mattina vengono effettuate le batterie di qualificazione e il pomeriggio della stessa giornata, finalmente è Palio! Chiamati dal Mossiere, i cavalli entrano uno per volta negli appositi stalli e, in un silenzio irreale, attendono il fatidico “Via!”. Poi finalmente si lanciano al galoppo sfrenato, liberi di correre guidati solo dall’istintiva voglia di superarsi e accompagnati dalle urla entusiastiche degli spettatori. Si distendono su un percorso di quasi 900 metri, contraddistinto da precisi passaggi che lo caratterizzano. Il viale Garibaldi appena dopo la partenza, poi sfilano sotto l’antica Porta Romana (detta l’Arco), percorrono la successiva Via Roma e fanno ingresso nella Piazza Vittorio Emanuele II (detta Piazza della Nave forse per la sua particolare pianta) accolti dalle incitazioni del pubblico assiepato dietro le transenne di protezione.
Dalla piazza, dopo aver affrontato un’impegnativa curva molto stretta (curva del Gricio), che di solito risulta determinante per la vittoria finale, affrontano l’ultimo tratto di percorso in salita: Corso Umberto I (“Montecavallo”) dove, dopo l’arrivo, sono fermati e recuperati da addetti delle rispettive contrade. E qui esplode la gioia dei vincitori. In un tripudio di bandiere, stendardi e fazzoletti con i colori sociali, gli appartenenti al rione e i loro simpatizzanti, si recano sotto il palazzo del municipio per ricevere dalle mani del Sindaco, e calato direttamente dal balcone principale dell’edificio, il Palio, un drappo di stoffa solitamente dipinto a mano. Non ci sono premi in denaro o altra utilità materiale, ma la vittoria morale è sufficiente a ripagare i sacrifici anche economici che gli appartenenti al Rione affrontano durante l’anno per autogestirsi e garantire cure e attenzioni al proprio beniamino a quattro zampe.