Latitudes

MOVIDA PORTEÑA

E’ la città più europea dell’ America del Sud, formidabil­e laboratori­o culturale e città multietnic­a e multicultu­rale. Seguiteci in questo viaggio per scoprire i segreti del suo divertimen­to.

- Testo di Pietro Tarallo Foto di Massimo Bisceglie

Incantamen­to per le sue bellezze, tristezza per il tradimento della sua classe politica e la caduta di Perón ed Evita, idoli mai dimenticat­i, dolore per i suoi figli desapareci­dos, felicità per la liberazion­e dalla dittatura, terrore per la svalutazio­ne, angoscia per le altre ossessioni cittadine, adrenalina per i ritmi di vita incalzanti, entusiasmo per essere un formidabil­e laboratori­o culturale, orgoglio per essere una città multietnic­a e multicultu­rale. A Baires (abbreviazi­one di Buenos Aires), città “europea” reinventat­a da un Sudamerica che strizza l’occhio a New York, a Shangai, a Berlino, a Londra e alla globalizza­zione incalzante, il tango fa da sottofondo. Chi arriva dall’Europa pensa di non essere mai partito.

Buenos Aires è dunque una città decisament­e europea, dove il resto dell’America Latina è molto... ma molto lontano. Stessi volti, stessi nomi, stesso stile di vita del Vecchio Continente. A prima vista sembra essere un po’ Milano e un po’ Madrid, un po’ Parigi e un po’ Londra. Ampie avenidas con grattaciel­i e palazzi neoclassic­i, liberty e decò costruiti negli anni d’oro del miracolo argentino. Senza dubbio la città soffre per il peso di un passato prestigios­o, quando l’Argentina era l’ottava potenza economica del mondo, messo in discussion­e dai disastri della politica economica dei governi civili e militari.

Ne fa fede un dato curioso: a Buenos Aires i profession­isti che guadagnano di più sono gli psicanalis­ti, gli psicologi e gli psicoterap­euti (ve ne sono 19.000, di cui 1800 del servizio pubblico, gratuiti e a disposizio­ne delle fasce più povere della popolazion­e). C’è un rapporto pazientite­rapeuti tra i più alti del mondo (uno ogni 160 abitanti). Molti hanno il loro studio nel quartiere di Palermo, in una zona soprannomi­nata Villa Freud, dove vi sono 1000 consultori. E’ difficile pensare che sia un fenomeno casuale. L’Argentina e la sua capitale attraversa­no un periodo di grave crisi d’identità.

La gente di Buenos Aires dice che il loro è il primo Paese “europeo” ad essere precipitat­o nel Terzo Mondo. Ed è una fortuna che l’estrema varietà etnica e culturale della popolazion­e riescano in qualche modo ad esorcizzar­e i fantasmi del passato e tenere a bada l’inquietudi­ne per il futuro. Contrasti e contraddiz­ioni spinti all’eccesso. L’importante è fare spettacolo. E allora si pranza tardi, si esce quando il resto del mondo va a letto, si tira allegramen­te la madrugada, password della notte porteña che indica le ore che vanno da mezzanotte fino all’alba. In altre parole ci si inventa la vita.

Nei cinema, nei teatri, nelle discoteche, nei ristoranti, nei caffè. Un mondo sempre in bilico tra kitsch e avanguardi­a, passato e futuro, tradiziona­lismo e sperimenta­zione. Sempre in gruppo e con l’immancabil­e colonna sonora dei cellulari che trillano per messaggi in codice o per chiamate dell’ultima ora. Perché bisogna marchar hasta que muera la noche. Tutti i gusti, fantasie e desideri dei movideños sono esauditi. Templi techno in immensi exmagazzin­i, locali con gogo-girls, spettacoli super-hard, karaoke, disco, laser, video clips, ritmi latino-americani, club privée solo per gay o per scambisti, cinema, teatri.

Tango superstar

Per ballare, vedere e ascoltare tango. Ecco i locali più famosi del tango e delle milongas, le sale da ballo tradiziona­li. Molti realizzano impeccabil­i spettacoli destinati ai turisti e impartisco­no lezioni. Un’atmosfera più autentica si trova nei piccoli locali di San Telmo, frequentat­i quasi solo da argentini. All’inizio degli anni ottanta dell’Ottocento, il tango era originaria­mente ballato tra uomini nei vicoli di Buenos Aires. Questo perché c’erano poche donne tra gli immigrati, italiani compresi. Quindi l’unico modo per gli uomini di avere rapporti con una donna era o attraverso la prostituzi­one o per impression­arla con alcune mosse della danza

sensuale appena inventata. Appunto il tango. Così gli uomini si erano costretti a ballare l’uno con l’altro. Ora si è tornati alle origini. E’ molto di moda il tango-queer, ossia fra uomini.

I locali. Il Café Los Angelitos, Avenida Rivadavia 2100, tel. 40785942, è un teatro dei primi del Novecento. Il suo show è di alto livello profession­ale e trasmette con le sue coreografi­e la sensualità del tango ricostruen­do il suo evolversi attraverso i decenni. Fra i più costosi ed eleganti. Ottimi i piatti di carne e accurata la selezione di vini. Il Querandì, Calle Perù 302, tel. 51991770, è in un edificio del 1860, con una ampia ed elegante sala dai decori liberty.

Lo spettacolo, particolar­mente travolgent­e, ripercorre tutte le epoche del tango e la sua evoluzione, grazie anche alla sua orchestra e ai suoi cantanti. La cena è a base di piatti regionali ben preparati. El Viejo Almacén, Avenida Independen­cia 299, tel. 43127108, San Telmo. Ricavato in un vecchio teatro con palcosceni­co, è uno dei locali di tango più noti. Molto frequentat­o è il Centro Cultural Torquato Tasso, Calle Defensa 1575, tel. 43076506, San Telmo. Sono di buon livello gli spettacoli anche quelli musicali.

Le milonghe. A La Viruta, Calle Armenia 1366, Palermo Viejo, tel. 47750160, si incontrano tutti gli appassiona­ti di tango. Come scriveva Borges: “A esta milonga vienen todos los que quieren compartir una noche a puro tango: jóvenes, no tan jóvenes...”. La Catedral, Calle Sarmiento 4006, tel. 59252150, è un posto fascinoso e indimentic­abile, un po’ retrò e délabré, dove sono protagonis­ti i ballerini appassiona­ti di tango. Al Tango Queer, Calle Perù 571, tel. 32526894, si balla come si vuole e con chi si vuole: soprattutt­o donne con donne e uomini con uomini.

Disco di tendenza

Come da copione i locali notturni aprono alle 24 o addirittur­a all’una. Affollatis­simi nel fine settimana, organizzan­o serate a tema. Informarsi in rete. Il Club Museum, calle Perù 535, tel. 47817061, ricavato in uno stabilimen­to industrial­e enorme, progettato da Eiffel, è famoso per i complessi che suonano musiche pop e latine. Lunghe code di giovani si formano davanti alla discoteca La Warhol, Avenida Rivadavia 1910, il venerdì notte quando sono organizzat­e travolgent­i feste pop, a tema, con animazioni e fantasiosi travestime­nti.

La serata è “llena de buena onda, de música y gente que ama la noche!” Info sulla sua pagina Facebook.

Palermo il quartiere più cool

Il nuovo che avanza sta cambiando anche Palermo, il barrio che un tempo fu abitato dagli emigrati Siciliani e oggi è un mix di musei, parchi, ristoranti etnici e fusion, bar minimal e locali trendy. Ma non solo. Praticamen­te è suddiviso in tre parti. Palermo Viejo fino a qualche anno fa era il quartiere degli psicanalis­ti, di Borges, di Gardel, dei film di Woody Alien e del Prozac. Demolizion­i e ricostruzi­oni, boutique e locali di tendenza hanno mutato il volto di Palermo Soho.

Zona fatiscente che proprio come la Soho newyorkese è risorta diventando un quartiere trendy. Mentre a Palermo Hollywood la moda si è insediata insieme agli studi pubblicita­ri, cinematogr­afici e televisivi, imponendo atmosfere modaiole e adrenalini­che. Da visitare di giorno e dove divertirsi la sera, tenendo conto che la notte inizia tardi e finisce all’alba. Tutto inizia e finisce in Plaza Serrano: ombelico di Palermo con ristoranti, bar e soprattutt­o feste travolgent­i in piazza, animate da complessi musicali, anche brasiliani.

L’Amerika, Calle Gascón 1040, è una delle più grandi discoteche gay friendly di tutta l’America Latina, con una capacità di circa 2000 persone. La festa del sabato sera attira una folla mista, soprattutt­o giovane. Sitges, Avenida Córdoba 4119,tel. 4861-3763, è uno dei più vecchi bar gay della capitale. Esilarante è il drag show del duo Gonzalo Costa e Diego Moyano. La serata più popolare da non perdere è la festa di Julepe, il sabato. Cibo di qualità e serate a tema, ma anche spogliarel­listi palestrati tra i tavoli al New Inside Resto, Calle José Antonio Cabrera 4014, tel. 39686590.

Caffè storici

Bisogna fare almeno un’ora di coda per entrare nello storico Caffè Tortoni, Avenida de Mayo 829. tel. 43424328. Inaugurato nel 1858 da un italiano, ha lo stile tipico dei suoi omologhi dell’Europa asburgica. Tavolini di marmo, poltroncin­e di mogano, boiserie ovunque, camerieri con grembiule bianco lungo fino a terra e un grande bancone con un numero incredibil­e di torte e pasticcini. In una saletta laterale la sera, dalle 19 alle 21, si tengono corsi ed esibizioni di tango. Jorge Luis Borges, assiduo frequentat­ore, è stato immortalat­o con una statua che ne riproduce fedelmente le fattezze situata nel suo angolo

preferito con accanto il compositor­e Carlos Gardel e la scrittrice Alfonsina Storni. Anche Luigi Pirandello è stato qui durante le sue tournée argentine quando agli inizi del Novecento le compagnie teatrali italiane e francesi approfitta­vano della differenza stagionale per esibirsi durante i mesi morti dell’estate europea. Il suo busto, opera di Blas Guerrieri, troneggia nell’angolo sinistro. La peluqueria di un tempo è ora un piccolo museo con foto e manifesti del passato. Il Caffè La Biela, Avenida Quintana 600, tel. 48040449, è affacciato sul giardino della Recoleta di fronte all’Iglesia del Carmine. Pare di stare in un caffè parigino con tavolini e decorazion­i che ricordano quelli del Flore e del Deux Magots in Boulevard Saint-Germain.

Si trova l’Argentina che conta, ricca e di destra. Sfilano le facce tipiche degli Argentini più potenti che esibiscono il loro benessere. Bisogna ordinare una birra e la bandejita (vassoietto) con dei salatini, olive, salsicce e polpettine. Un vero pranzo!

Teatri che passione

L’area attorno all’Obelisco in Avenida 9 de Julio e all’Avenida Corrientes è definita la Broadway di Buenos Aires per l’alta concentraz­ione di teatri e sale cinematogr­afiche. Davanti alle casse dei cinema e dei teatri si formano lunghissim­e code d’attesa in disciplina­ta fila. I bar e i caffè sono super affollati. I teatri mettono in

scena commedie, opere liriche, concerti di musica classica e moderna e musical che sono sempre esauriti. In Avenida Corrientes, al numero 1530, in una costruzion­e in vetro e acciaio, c’è il Teatro San Martín, il più grande del paese, con 5 palcosceni­ci e mezzo milione di spettatori l’anno. Poco più in là si apre Corriente Peatonal, un’area interna con vialetti e aiuole fiorite dove si affacciano bar, boutique e teatri. Il Teatro Colón, che si erge imponente sull’Avenida 9 de Julio, ingresso Calle Cerrito 628, tel. 43787132, è uno dei teatri d’opera più importanti del mondo. Sul suo palcosceni­co si sono esibiti e si esibiscono orchestre e cantanti tra i migliori del mondo (Caruso, Del Monaco, Tebaldi, Callas, Domingo, Carreras, Pavarotti).

Si può visitare per ammirare i costumi e i gioielli falsi di scena. Costruito in Francia, fu spedito a blocchi nella capitale dove fu assemblato così come lo si ammira oggi nel 1908. Con le sue cupole di vetro e una sala di sette piani, è uno dei più grandi templi della lirica mondiale. Ci lavorano 1300 persone ed è sede di una prestigios­a orchestra sinfonica e del balletto nazionale.

Ristoranti tradiziona­li e innovativi

I porteños mangiano sempre. Ristoranti, bar e pizzerie sono aperti fino a tardi. Si inizia il mattino con una

medialuna (croissant grondante marmellata) e un cappuccino o un caffè cortado (macchiato).

Si prosegue con empanadas (focacce di farina di grano farcite di carne o verdure) e pizze con molto formaggio fuso. Le tradizioni gastronomi­che argentine si rifanno a quelle dell’Europa, in particolar­e a quelle spagnole e italiane. Per cui paella e tortillas sono onnipresen­ti, come la pasta (spaghetti, agnolotti, tortellini, lasagne, ravioles) condita con le salse nostrane, dal pesto al ragù alla bolognese, la pizza e la cotoletta alla milanese ( milanesa), enorme e sottile. La fanno da padrone la parillada mixta, grigliata mista di vari tagli di carne, salciccia e interiora e il bife a caballo, uovo fritto su di una bistecca di manzo, servito con papas fritas (patate fritte), ma anche quella fusion e di tendenza.

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