LOVE IN THE HEART OF MAN IS A SHRINE TO GOD ON EARTH
Ci sono canzoni dei Beatles che ti inondano di vibrazioni uniche e ti donano un senso di felicità e benessere senza pari. Sul fatto che i Beatles non siano soltanto un fenomeno musicale siamo tutti d’accordo. Al pari di Shakespeare, Mozart, Einstein, Picasso o Kubrick, sono stati i massimi interpreti della loro epoca, incarnando nella loro arte idee di innovazione e cambiamento che hanno caratterizzato gli anni Sessanta.
La musica degli dèi
Divinità inviate da chissà quale combinazione astrale, i Beatles gettano di fatto le basi della cultura musicale moderna. I loro ultimi capolavori, Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band e The White Album, non sono solo due
album con canzoni meravigliose, ma sono espressione di ricerca e di cambiamento attraverso la musica, e non a caso, entrambi hanno molta India dentro, quell’india che proprio attraverso il cambiamento, il contrasto e il confronto, si esprime.
Sulle rive del Gange per circa un mese, i quattro Beatles ebbero molto tempo per pensare, suonare e sperimentare.
Rishikesh, il Gange e il Maharishi
I Beatles e l’india hanno dunque un legame profondo, anche se, come in tutte le cose dell’india, controverso. Convinti da George Harrison a seguire il Maharishi Mahesh Yogi in India, per partecipare ai corsi di meditazione trascendentale, i Fab Four arrivano a Delhi nel febbraio del 1968 con un seguito di artisti, Donovan e Mia Farrow in testa, diretti a Rishikesh.
Sulle rive del Gange per circa un mese, i quattro Beatles ebbero molto tempo per pensare, suonare e sperimentare.
E durante il loro soggiorno indiano composero una trentina di brani che di lì a poco avrebbero dato vita al White Album, capolavoro tra i tanti capolavori. È a Rishikesh in Uttarakhand, ai piedi dell’himalaya, dove il Gange smette di essere torrente e diventa fiume, che siamo andati a scoprire l’india dei Beatles.
È sempre una questione di sogni e di incontri
Tutto parte da una visione e dall’incontro tra le persone giuste. La visione è un sogno bene a fuoco sulle rive del Gange, a Rishikesh, dove dei musicisti suonano le canzoni dei Beatles.
L’incontro è frutto di un po’ di sana follia … “Buongiorno Rolando, sono un appassionato di India e dei Beatles. Ho in mente un viaggio da fare a Rishikesh, all’ashram dei Beatles, per ricordare il 50° anniversario dei Fab Four in India”. Dall’altra parte silenzio … Ancora silenzio … Poi l’incontro: “Bella idea! Quando si parte?”.
Dall’altra parte c’è Rolando Giambelli, fotografo e musicista, uno dei massimi esperti dei Beatles a livello internazionale, fondatore con sua moglie Alice dei Beatlesiani d’italia Associati, un club di 10.000 fan dei Beatles che non se ne perde una per celebrare il genio dei quattro ragazzi di Liverpool.
Connought Place, New Delhi: Rikhi Ram session
Alla fine dell’estate siamo in 20 pronti a partire! Ad attendere il gruppo a Delhi ci siamo io e una chitarra acustica comprata da Rikhi Ram, il negozio dove i Beatles acquistarono i loro strumenti indiani nel 1966 durante una sosta in città. Incontriamo Ajay, musicista e titolare di Rikhi Ram, che ci racconta di suo nonno, il signore che vanta il primato di aver dato lezioni di musica ai Beatles (come se fosse possibile spiegare agli dèi la musica agli dèi!).
Fu proprio lui, infatti, in un albergo di New Delhi, a istruire George Harrison (prima che divenisse allievo di Ravi Shankar) e a impartire le prime nozioni sui raga e sul sitar. Tra gli strumenti del piccolo negozio di New Delhi, nella britannica Connaught Place, ci sono le fotografie di quell’incontro storico: i Fab Four insieme al nonno di Ajay. E Ajay non si fa pregare molto, prende il sitar e intona le note di Norwegian Wood. Siamo in 20 e in un attimo parte la session che coinvolge la piazza!
Sulle rive del Gange
Partiamo in volo alla volta di Dehradun ed arriviamo a Rishikesh. Il Gange qui è un piccolo fiume ma ha già un significato enorme: sulle sue sponde si svolgono riti di ogni genere, bambini giocano a fare i tuffi da un ponte, donne in sari colorati fanno mercato, pellegrini seminudi celebrano puja e innalzano canti, ognuno perso nel suo mondo.
Alcuni giocano a cricket, altri restano in meditazione contemplando il silenzio e nello scorrere lento dell’acqua abbandoniamo i nostri pensieri. In cammino sul Ram Jhula Bridge, un via vai di gente di ogni tipo, santoni e turisti a piedi, in bici, in moto. Rishikesh è anche la patria dello Yoga e qui ogni anno a marzo si svolge il Festival dello Yoga più grande al mondo. Una sosta al Beatles Cafè e poi lungo il fiume, tra sassi e sabbia, saliamo all’ashram dei Beatles.
Sulle sponde del Gange si svolgono riti di ogni GENERE, BAMBINI GIOCANO A FARE I TUFFI DA UN ponte, donne in sari colorati fanno mercato, pellegrini seminudi celebrano puja e innalzano canti, ognuno perso nel suo mondo.
Ashram dei Beatles: tanti cantano, qualcuno piange
Il luogo è abbastanza decadente ma la storia che racchiude è brillante come “in the sky with diamonds”. Nell’edificio che ospita la caffetteria è stata allestita una mostra fotografica con le famose immagini di Paul Saltzman, l’unico fotografo che un po’ per caso (ma mai a caso quando si tratta dell’india) nel febbraio 1968 ebbe la fortuna di passare con i Beatles, in qualità di casuale amico, una settimana a meditare con gli dèi della musica. Ci addentriamo nel parco e spuntano qua e là costruzioni divorate dalla vegetazione tropicale. Nella sala di meditazione principale ci accolgono i murales colorati
dei Beatles e del Maharishi. Jai Guru Deva, ti saluto Maestro divino. È il luogo giusto per un unplugged in cui cantiamo quasi tutto il repertorio dei fab four. Viaggiatori si uniscono a noi in un rito di canti e danza quasi trascendentale. Vibrazioni uniche, senso di felicità e benessere.
Beatles Cottage, tempio della musica
Arriviamo all’edificio che ha ospitato i Fab Four per quasi un mese e a qualcuno vengono le lacrime. C’è una foto storica di Paul Saltzman in cui John e Paul stanno seduti sui gradini e suonano la chitarra e noi siamo esattamente li.
Procediamo ancora nel rito che ormai ci accompagna a ogni passo: questa volta le cantiamo tutte, in fondo sono state composte proprio qui. Dear Prudence, Blackbird, While my guitar.
It’s all about happiness
Quando lasciamo l’ashram è quasi il tramonto. Una chiatta di legno ci aspetta in riva al fiume. Saliamo a bordo e la barca scivola verso valle. Ad Haridwar, la cerimonia delle luci, aarti puja, aggiunge ancora bellezza alla nostra giornata.
Camminiamo tra la moltitudine di indiani, migliaia di fiammelle vengono offerte alla dea Ganga, s’alzano i canti e ci lasciamo trasportare dalla magia di questo luogo mistico dove si venera l’acqua. Che sia fatta di significato religioso o di musica, la bellezza non ha confini. E qui sulle rive del Gange è davvero così.