Grillino fa i milioni con i profughi
Affari d’oro per un consigliere M5s vicentino che ha convertito l’hotel in centro d’accoglienza
Quello dei migranti è un vero e proprio business da miliardi di euro: non fa Pil, ma 5 stelle! Con la solidarietà non si scherza e la politica spende e spande in nome di sua maestà il profugo. Togliere ai ricchi italiani per dare ai migranti, anzi a coop e Ong.
Anche gli autoproclamati specchiatissimi grillini non resistono alla tentazione di mettere le mani nella marmellata e a Vicenza sono particolarmente attivi. Lo zelo solidarista del consigliere di Marostica Gedorem Andreatta ha battuto ogni primato al punto che l’albergo Adele di Vicenza, di proprietà di una società a lui riconducibile, è passato dall’orlo del fallimento nel 2015 a un fatturato milionario. Miracoli della solidarietà!
La piccola struttura ricettiva negli ultimi due anni, cioè da quando è diventata il principale centro d’accoglienza d’immigrati nel vicentino, pare abbia distribuito ai soci ben 4 milioni di euro alla faccia dei residenti che protestano perché il quartiere è diventato un Bronx. Gli italiani fuggono, i clandestini soggiornano indisturbati, perché generano utile con un coefficiente di rating a 5 stelle! Socia e cognata del consigliere Andreatta è Samanta Zardo, militante e candidata grillina, che insieme alla sorella, anch’essa fervente pentastellata, ha quote della Turist hotel srl che dà alloggio ai migranti nel comune di Sandrigo. Insomma il business dell’accoglienza a Vicenza è in mano grillina.
La direzione del traffico Transmediterraneo spetta alla madre delle Zardo, tale Meri Stiller che gestisce non solo l’hotel Adele, ma altre strutture ricettive a Sarcedo, Sandrigo e Bolzano Vicentino: finalmente hotel 5 stelle anche per gli Zulu.
Il consigliere marosticense Andreatta chiude la questione con dichiarazioni grottesche: «Le partecipazioni societarie in mio possesso le avevo già dichiarate all’inizio della candidatura compreso l’hotel Adele. Si tratta di un’attività preesistente alla mia attività politica e che non gestisco io».
Toh, che caso, un altro baciato dalla fortuna e come spesso accade senza averne la minima consapevolezza. La linea Scajola regge ancora e non solo nelle aule di giustizia. L’ex ministro è stato un vero e proprio guru dell’alibi politico. Il tornaconto a propria insaputa è diventato un must incrollabile a prova di bomba e prescrizione al cui cospetto non reggerebbe il più cinico dei democristiani.
Non nascondo una certa nostalgia per il Cavaliere che ebbe la colpa di non varare una legge sul conflitto d’interessi, ma non fu mai così penoso da negare il proprio reddito derivante dalle tv di sua proprietà. Fu l’ultimo dei Mohicani, un pirata nel mare del conflitto d’interessi: non lo negò, non ne abusò. Da quel momento la questione fu risolta a livello etico e politico non con una norma invocata per anni dalla sinistra, ma con il teorema Scajola molto simile a quello dei bambini dell’asilo pescati a fregarsi le caramelle. Alzi la mano chi si è rubato l’ultima? Signora Maestra, non sapevo fosse l’ultima: mi hanno costretto a mangiarla.
Cari grillini e soprattutto caro Andreatta, noi non dubitiamo che Lei abbia ottenuto lecito profitto dalla sua attività alberghiera con i migranti miracolosamente e a sua insaputa. Poiché, però, l’attività politica la porta a occuparsi di accoglienza dei clandestini nel capoluogo vicentino e il Movimento 5 alberghi, pardon 5 stelle, ci racconta ogni giorno che siete onesti e buoni, non si limiti a dichiarazioni che puzzano di trasformismo pentapartito.
Sciolga ogni dubbio: si dimetta o restituisca l’utile percepito a sua insaputa!