Nessuno vuole più fare il sindaco
Centinaia di paesini con un solo candidato o con nessuno in corsa. E in un borgo piemontese c’è addirittura una politica che ha spinto la propria madre a presentarsi contro di lei per animare il dibattito elettorale. Ormai nessuno vuole governare
Perlo, 126 abitanti in provincia di Cuneo, è uno dei 3.865 Comuni italiani in cui il 26 maggio si voterà per eleggere il sindaco. In questo villaggio a 700 metri d’altitudine sul crinale dell’alta valle Tanaro gli sfidanti saranno mamma e figlia. Non si sono candidate per darsi battaglia, ma per evitare il commissariamento del municipio. La figlia, Simona Rossotti, 38 anni, manager nel campo delle risorse umane, ha già guidato l’amministrazione dal 2004 al 2014. La madre, Graziella Franco, di anni ne ha 70 e per 5 è stata assessore a Perlo. In lista, a suo sostegno, c’è il marito, Franco Rossotti, 78 anni, il papà di Simona. L’obiettivo dichiarato della famiglia, dicevamo, è di evitare l’arrivo del commissario prefettizio: nei comuni sotto i 15 mila abitanti, se alle elezioni si presenta un solo candidato, è obbligatorio superare il quorum del 50% più uno dei votanti perché la tornata non venga annullata e venga istituita in automatico l’amministrazione straordinaria. Simona aveva già deciso da tempo di ricandidarsi nella sua Perlo. Alla vigilia di Pasqua però il possibile sfidante ha fatto sapere di non essere riuscito a mettere in piedi la propria lista. Per scongiurare l’arrivo del commissario c’era solo una soluzione: «Ho proposto a mia mamma di candidarsi» dice Silvia «e ha accettato. Io voterò per lei, lei voterà per me. Mio padre tirerà i dadi».
STIPENDI BASSI
Sono sempre di più le cittadine in cui alle amministrative si presenta un solo candidato. E in molti piccolissimi centri, addirittura, non c’è più nessuno disposto a fare il sindaco. Gli italiani ormai sono nauseati dalla politica. Preferiscono fare e pensare ad altro. Ma dietro a questo rifiuto c’è anche un motivo più concreto: amministrare i paesini, che pure richiedono grandi attenzioni, frutta pochissimo. Troppe responsabilità, anche dal punto di vista legale, e stipendi troppo bassi.
Nei Comuni sotto ai mille abitanti il sindaco guadagna meno di 1.000 euro al mese, che peraltro vengono dimezzati se il primo cittadino è già un lavoratore dipendente o se percepisce la pensione. Ma chi glielo fa fare? La busta paga, sulla quale come dicevamo incidono una serie di parametri, aumenta in base alle dimensioni della città, ma a meno che non si tratti di realtà superiori ai 5 mila abitanti il gioco non vale la candela. E così in Lombardia tra 20 giorni saranno 200 i Comuni con un solo candidato a sindaco, 35 soltanto nella Bergamasca. A Valleve, Colere e Oneta - assieme hanno meno di 2.000 residenti - non ce ne sarà nemmeno uno. Nessun candidato neanche a Plesio, 800 abitanti nel Comasco, e nella un tempo ambita Campione d’Italia: il casinò è ricoperto di debiti e non fa più gola a nessuno.
SFIDE IN FAMIGLIA
In provincia di Como ci sarà un’altra sfida in famiglia, quella tra i fratelli Giacomo e Giuseppe Morelli, che così salveranno Rodero dal terzo commissariamento consecutivo: nel 2017 non era stato raggiunto il quorum per consentire la vittoria dell’unico candidato e l’anno scorso non è stata presentata alcuna lista. A Sondrio sono 50 le amministrazioni da rinnovare: in 24 casi l’unico sfidante dei candidati è il quorum. Corsa solitaria anche a Badia Tedalda, Chiusi della Verna e Sestino, in provincia di Arezzo. Arriverà il commissario anche a Garbagna Novarese. «Abbiamo cercato una soluzione ma non ce l’abbiamo fatta» commenta il sindaco uscente, Matteo Manzini. «Amministrare, oggi, significa essere volontari a 360 gradi». In 12 comuni del provincia di Novara si presenterà un solo candidato, così come a San Paolo di Jesi e Montecarotto, nell’Anconetano. Situazione identica a Maruggia (inserito tra i borghi più belli d’Italia), in provincia di Taranto.
A Castelverrino, 105 abitanti in provincia di Iserna - in Molise - scopriamo invece che i candidati sono 3 e che in lista, in tutto, ci sono 27 persone, una per ogni 4 residenti. Tutti vogliono vincere: cosa sarà a rendere la carica così ambita? A Moncenisio (Torino), in Val di Susa, ci sono quasi più candidati consiglieri (20 distribuiti in 2 liste) che residenti (27): l’obiettivo è scongiurare il commissariamento. Non si corre questo pericolo nei comuni di medie e grandi dimensioni, dove gli stipendi dei sindaci variano dai 3 agli 8 mila euro e il fuoco sacro della politica, si capisce, continua ad ardere.