L’intimità va sempre protetta, e non soltanto per l’Hiv
Ogni anno, in Italia, si verificano circa 3.500 nuovi casi di infezione da HIV e si stima che ci siano 130.000 sieropositivi, di cui uno su cinque non sa di esserlo. L’età più colpita è quella compresa fra i 30 e i 50 anni, ma negli ultimi tempi si assiste al preoccupante fenomeno d’infezioni tra i giovani che hanno meno di 25 anni. Parallelamente alla diffusione dell’HIV sono aumentati anche i casi di malattie sessualmente trasmesse come la sifilide, il papilloma virus, la gonorrea e l’epatite B. Tutto ciò in conseguenza di rapporti sessuali non protetti. Infatti il profilattico, oltre a proteggere dall’HIV, costituisce un’ottima barriera per altre malattie veneree. Il problema è che nel nostro Paese la voce di spesa per i preservativi è bassa rispetto alla media europea: appena 0,43 euro, contro lo 0,51 di Francia, lo 0,78 di Germania e l’1,07 del Regno Unito. Se ne parla anche su “Sex & The Economy”, programma in onda in prima serata sulla Tv di Pop Economy (canale 224 del Digitale Terrestre) e online sul sito: www.popeconomy.tv. Oltre la salute pubblica, a preoccupare sono i costi esorbitanti che le terapie comportano. Denaro che potrebbe essere destinato per la cura di altre malattie, se solo si incoraggiasse la cultura della prevenzione.
Sentiamo a questo proposito il parere di Marinella Cozzolino, psicoterapeuta sessuologo e presidente dell’Associazione Italiana di Sessuologia Clinica. Dottoressa: «Lavoro con giovani, adulti e anziani ormai da più di vent’anni. La gente non pensa all’HIV, mai. Nessuno mi ha mai espresso un dubbio in merito, nessuno mi ha mai chiesto spiegazioni. Per molti si tratta di una faccenda che riguarda le prostitute e i drogati. Se non mi drogo e non pago una donna per fare sesso, il problema non mi riguarda. Nessuno capisce che invece ci riguarda eccome, tutti. Purtroppo se ne parla poco, pochissimo. E spesso male, come per tutto ciò che riguarda sesso e sessualità. Evitare non è la soluzione, perché mantiene il problema principale che è l’ignoranza, il non sapere. La maggior parte della gente lega l’uso del preservativo alle gravidanze indesiderate. Basta considerare la fascia d’età in cui ci si infetta di più, per capire che più si sale con gli anni, meno si usa il preservativo. Il preservativo non si usa nelle storie stabili e di lunga durata ad esempio, dando per scontato che l’uomo o la donna che frequento da anni abbia rapporti solo con me. Non è così purtroppo. L’HIV è un virus e si diffonde per contagio che in questo caso sfugge al nostro controllo poiché dipende dalla persona con cui ho rapporti. Ci vorrebbe più attenzione alla prevenzione, preservativi mutuabili e comunicazione. La scuola, la famiglia, il medico di base, l’urologo, il ginecologo dovrebbero parlarne come di qualsiasi altra patologia. Purtroppo, ma è una sensazione personale, sembra che anche i medici considerino questo problema un rischio solo per una fascia ristretta della popolazione, quella comunemente definita più a rischio. Non è così, ma nessuno sembra tenerne conto».