L’indagine sul governo: ennesima occasione persa per la nostra magistratura
■ Dopo gli scandali giudiziari di Palamara & C. e le disarmanti verità emerse sul processo Berlusconi, l’Italia perde un’altra buona occasione per dimostrare che la legge è uguale per tutti. Nemmeno il tempo di notificare a premier e ministri l’avviso di garanzia che già si apprende la volontà della Procura di archiviare le numerose denunce presentate dagli italiani. Eppure i reati contestati di epidemia, omicidio, attentato alla Costituzione non sono proprio bazzecole. «È un atto dovuto» lasciano trapelare i magistrati quasi a significare «non potevamo non farlo». Ancora una volta noi cittadini di serie B, ovvero di centrodestra, abbiamo l’impressione che la nomenklatura giudiziaria usi due pesi e due misure. Nessuno pretende di fare il processo al governo da queste colonne, ma solo di chiedere che le regole che presidiano il funzionamento della macchina costituzionale siano uguali per tutti. Altrimenti noi italiani non progressisti ci sentiamo crollare lo stato di diritto e la terra sotto i piedi.
Siamo stanchi di sospettare che la giustizia sia utilizzata a fini politici. È giuridicamente osceno conoscere dell’archiviazione, ancor prima dell’avviso di garanzia, ovvero l’atto con cui si comunica al destinatario di essere sottoposto a indagine. Si ricava la desolante supposizione che non esista né indagine né istruttoria. Il problema politico è secondario perché non invochiamo il randello giudiziario per la battaglia politica come troppo spesso si usa a sinistra.
Da giurista voglio difendere le prerogative di quegli italiani che hanno chiesto alla magistratura di indagare sulla correttezza dell’operato di Conte e di sei ministri. Le regole del gioco repubblicano meritano rispetto perché sono il fondamento della nostra comunità. Chi le presiede, e di recente ha dato prova che non siano sempre garantite con la giusta terzietà, doveva cogliere l’occasione almeno in questa circostanza di dimostrare il contrario.
Non mi sento di accusare né di difendere il Premier del quale posso solo augurarmi prima possibile le dimissioni, ma desidero sentirmi garantito dalla Giustizia al pari di un progressista. È ora che in questo paese il Giudice sia veramente terzo. Difficile pensare che ciò possa essere garantito dal paventato sorteggio dei magistrati previsto dalla riforma Bonafede. È tragicomico processare il solo Salvini per sequestro di persona, perché “Conte non poteva non sapere” (teorema all’epoca applicato al Cav). Vista la gravità della situazione sanitaria mi auguro che il governo abbia fatto il possibile per evitare epidemia e morti, perché i cadaveri non possono essere oggetto di speculazione politica né quelli dei migranti né quelli dei connazionali. Parimenti auspico che ciò sia frutto di un’istruttoria adeguata e non di una convinzione ideologica…