«Con un Lukaku così, finale alla portata»
«L’attaccante belga fa reparto da solo. Però attenti: gli ucraini corrono tanto e sono esperti»
■ C’è un italiano che lo Shakhtar Donetsk lo conosce bene: Cristiano Lucarelli, uno dei bomber più prolifici dei primi Anni Duemila in serie A. Tanto che il patron Rinat Ajmétov fece l’impossibile per portarlo in Ucraina nel 2007. Chi meglio del primo e unico italiano ad aver indossato la maglia orange per scoprire i rivali dell’Inter.
Quanto sono temibili i ragazzi di Castro?
«L’Inter deve fare attenzione. Ormai lo Shakthar è una realtà importante: giocano la Champions da 15 anni e hanno già vinto l’Europa League. Merito del patron Ajmétov, un imprenditore che ha possibilità economiche infinite. In più fisicamente stanno molto bene e non avranno pressioni. Quelle saranno tutte sulle spalle dell’Inter...».
Come ai suoi tempi, allo Shakthar si parla brasiliano...
«Hanno una rete di osservatori fortissima in Brasile e arrivano prima degli altri. Basti pensare a campioni come Fernandinho del Manchester City o Willian dell’Arsenal, arrivati in Europa grazie a loro. Anche ora ci sono 3-4 talenti interessanti».
Quali sono pronti per il grande salto?
«Junior Moreas sta dimostrando di essere una punta importante. Marlos e Dodo hanno gamba e qualità. Vitao è interessante. Fossi un dirigente ci penserei, potrebbero fare comodo a diverse squadre di A».
Come finirà la partita? «Inter favorita, ma di poco: 51 a 49. Anche perché gli ucraini corrono tanto e sono abituati a giocare partite decisive ad agosto». Questa Inter può alzare al cielo l’EL? «Dico di sì. Conte ha costruito una squadra tignosa, con una mentalità europea. In mezzo sono molto equilibrati e davanti hanno quei 2 (Lukaku e Lautaro, ndr), che sono fortissimi».
Da bomber a bomber: è Lukaku il segreto di questa Inter?
«Mi piace tantissimo. Segna e fa reparto da solo, aiutando la squadra nei momenti di difficoltà. Ha veramente uno strapotere fisico impressionante».
Lei nel 2005 disse no all’Inter.
«È stato un breve flirt estivo. Quell’anno avevo vinto la classifica marcatori e incontrai una sera il presidente Moratti in un ristorante. Mi disse che mi voleva: io però avevo appena segnato 24 gol e volevo giocare titolare. Sarebbe stata una soddisfazione indossare la maglia di cui ero tifoso, ma andare a Milano per fare la quarta punta non faceva per me...».
C’è un nuovo Cristiano Lucarelli? «Petagna. Un po’ mi somiglia».
Lei ora allena la Ternana. Ha avuto tanti grandi mister: a chi si ispira?
«Quello che mi ha fatto appassionare al mestiere è stato Mazzarri. La vocazione della panchina è arrivata grazie a lui».