ABITARE AL CUBO
In Alto Adige il designer Harry Thaler pensa un volume di legno a due piani. Soluzioni a scomparsa, multifunzione, ecosostenibili. Talmente confortevole che da casa di vacanza si è trasformato in abitazione permanente
LEGNO, PIETRA E ARREDI MULTIFUNZIONE, POSSIBILMENTE A SCOMPARSA. È LA CASA MANIFESTO PENSATA DAL DESIGNER ALTOATESINO HARRY THALER PER UNA FAMIGLIA DI BOLZANO. DOVEVA SERVIRE PER LE VACANZE, È DIVENTATA UNA DIMORA FISSA
Il signore con il maglione giallo seduto sul tetto non è il padrone di casa. Sta lì perché «il proprietario aveva un impegno di lavoro e così per il servizio fotografico ho posato io», spiega il tirolese Harry Thaler, che di questo cubo di legno su più livelli è l’ideatore. Amico dei padroni di casa - tra cui la signora ritratta nel prato, insieme ai bambini - si è divertito a fare da modello per un giorno. Lo chiamiamo a Londra, dove vive e ha il suo quartier generale, per farci raccontare la storia di questa residenza affacciata sulle montagne dell’Alto Adige. «Doveva essere un rifugio di vacanza, all’inizio. Il brief era stato chiaro: vogliamo un rifugio rilassante per passarci il weekend e l’estate». Tutto qui. Lui, che nel DNA ha un amore viscerale per il legno e i mobili su misura, ci si è buttato a capofitto. Nel senso che ha ideato tutto: «È una ‘casa tutto Thaler’», sorride. Concept, arredi, organizzazione degli spazi, sostenibilità: «Non sono un architetto, non vorrei creare equivoci. Io ho raccontato la mia idea per intero, i progettisti l’hanno resa possibile», dice a scanso di equivoci. Un passato da orefice gli ha regalato quella precisione tipica di chi lavora materiali preziosi. Con il tempo si è specializzato nel furniture artigianale e dall’anima multitasking. Ecco perché questo cubo su due livelli può essere considerato il manifesto della sua poetica. Dentro, vince un minimalismo che esclude orpelli e oggetti decorativi: «Secondo me la casa ideale è fatta di nicchie nascoste, che rivelano a sorpresa la loro funzionalità». Per avere questo effetto ci vuole precisione, ma anche fantasia: dalla cucina alle camere da letto è questo mix a dettare le regole. Linee nette, niente sbavature, massima funzionalità non creano un ambiente freddo, al contrario la sensazione è di un luogo accogliente, ideale per una famiglia che
«TUTTE LE FINESTRE SONO ABITABILI. CI SI PUÒ SDRAIARE COMODAMENTE COME IN SALOTTO. IN PIÙ L’EFFETTO È PANORAMICO»
«PER ME LA CASA IDEALE È COSTITUITA DA NICCHIE NASCOSTE. CHE RIVELANO A SORPRESA LA LORO FUNZIONALITÀ»
si riunisce: un esempio è la grande finestra affacciata sul giardino. «Ci si può sdraiare o ritrovare come si fa in salotto, in più c’è il piacere di una vista panoramica». Sembra quasi un gioco a incastri, non trova? «Sì, puntavo a quell’effetto». Così il rivestimento in faggio dell’ingresso nasconde capienti armadiature e la sauna finlandese compare magicamente dietro a una parete che si alza a mo’ di tettoia e si mimetizza con il soffitto. Mentre la scala che conduce alla zona notte svela un cassetto sotto ogni gradino: «Uno per ogni componente della famiglia». Thaler ha ideato anche gli spazi esterni con la cura di un paesaggista: «Era necessario mimetizzare il volume il più possibile, anche perché su questo terreno prima non c’era niente», racconta. Il risultato è naturale, grazie anche all’utilizzo di pietra e legname locale invecchiato e reso grezzo dalle intemperie. L’atmosfera è talmente confortevole che alla fine la famiglia ha finito col trasferircisi definitivamente, lasciando Bolzano. Non hanno resistito all’insieme di understatement e comfort che sta mettendo in luce il designer di Merano – pare che anche un editore di fama internazionale gli abbia commissionato la sua prossima residenza. Harry è uno di poche parole, minimizza e rimanda dettagli e rivelazioni alla chiacchierata che verrà. Per ora si gode (e ci racconta) il successo della sua installazione nella Casa Atelier al Museion di Bolzano, appena conclusa: si trattava di una ‘casa ideale’ con arredi dotati di ruote per essere spostati e assemblati a seconda delle esigenze. «Prima di presentarla, ci ho vissuto una settimana, apportando continue piccole modifiche: una casa non è viva se non ci metti mano personalmente, e di continuo». HARRYTHALER.IT