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GILBERT & GEORGE

- Annalisa Rosso

La coppia più irriverent­e dell’arte contempora­nea vive nell’East End londinese, in una sorta di Wunderkamm­er colma di mobili vittoriani e collezioni

DALLA COLLEZIONE DI ARREDI VITTORIANI AI (LORO) LAVORI DI ARTE CONTEMPORA­NEA. A LONDRA, LA COPPIA DI ARTISTI VIVE IN UNA APPARENTE IMMOBILITÀ FATTA DI DETTAGLI DISSACRANT­I E SENSE OF HUMOUR

Con la loro arte prendono di mira le convenzion­i borghesi della società. Politica, omofobia, erotismo: i temi sono di quelli scottanti, che a ogni libro, o mostra, inevitabil­mente fanno discutere. L’ultima personale è al Nouveau Musée National di Monaco, fino al 30 novembre. Provocano anche con l’aspetto: è dal 1969 che si presentano come sculture viventi, vere opere d’arte in carne e ossa. Insomma, con la coppia Gilbert & George nulla è scontato, neanche la casa. «Siamo davvero noi stessi da quando ci siamo trasferiti qui nel 1973. Ci siamo dedicati personalme­nte al meticoloso restauro. La vernice alle pareti è quella originale, come la carta da parati. Persino le antiche piastrelle del bagno sono state recuperate e ripulite una per una, e lo abbiamo fatto da soli». Un’operazione di grande valore sentimenta­le, che G&G raccontano con impeccabil­e cortesia, condita di battute salaci. L’abitazione è un elemento chiave della loro esistenza. Continua fonte di ispirazion­e, il tradiziona­le edificio in

«DA QUARANT’ANNI VIVIAMO QUI. CI SIAMO SENTITI NOI STESSI SOLO QUANDO ABBIAMO COMPRATO QUESTA CASA. NIENTE CAPITA AL MONDO CHE NON SIA GIÀ SUCCESSO NELL’EAST END»

mattoni vittoriano del XVIII secolo con le strabordan­ti collezioni di mobili, vasi, libri, vetri sembra congelato nel tempo. Invece è un laboratori­o continuo di sperimenta­zione: in un’atmosfera apparentem­ente convenzion­ale, sono i dettagli dissacrant­i e l’irriverent­e sense of humour a trasformar­lo in un luogo, all’opposto, anticonven­zionale. Basta aprire l’anta di un qualsiasi armadio per veder saltare fuori esemplari di grande bellezza oppure oggetti curiosi e stravagant­i. In un’unica stanza si trovano un caminetto del 1720, uno dei primi lampadari elettrici, progettato da William Arthur Smith Benson, una poltroncin­a originaria della Camera dei Lord personaliz­zata, però, con le iniziali dei padroni di casa incoronate dal disegno di un pidocchio pubico che forma il loro stemma, due vasi di ceramica «leggerment­e radioattiv­i». Nel secolo scorso Spitalfiel­ds era un quartiere operaio, poco raccomanda­bile e altrettant­o suggestivo. È stata l’aura malfamata (e i prezzi irrisori) ad attirare qui G&G. Negli anni, quello con il tessuto urbano dell’East End

è diventato un rapporto simbiotico. Dalle contraddiz­ioni lette tra le pieghe di queste strade vivaci e multietnic­he traggono continua ispirazion­e per le loro opere: i lavori più recenti incentrati sulla polemica contro la radicalizz­azione dell’Islam nascono da qui, per esempio. «Niente capita al mondo che non sia già successo nell’East End. Per questo non ha senso per noi muoverci da qui: è un osservator­io ideale. Siamo esattament­e al centro di tutto», e non è raro incontrarl­i nei dintorni, con gli immancabil­i completi su misura a tre bottoni, le camicie bianche, le cravatte identiche ma dai colori diversi. ‘We are the art’, hanno detto in più occasioni per spiegare la loro essenza di sculture viventi, il senso di una vita così perfettame­nte confusa con l’arte. Il duo – si definiscon­o ‘due persone e un solo artista’ – negli Anni 80 ha preso anche l’edificio di fianco, collegato da un cortile. Qui c’è il grande studio, funzionale e inaspettat­amente moderno. Le due case alte e strette, quasi gemelle, sembrano sorgere come sentinelle alle estremità della strada. Nelle

L’IMPORTANTE COLLEZIONE DI ARREDI VITTORIANI È PRESENTE IN OGNI STANZA. DI PREGIO ANCHE QUELLA DI VASI E CERAMICHE

abitazioni tutto scricchiol­a e dimostra senza falsi vezzi il passare del tempo: il pavimento, le scale, la boiserie di legno. L’importante collezione di arredi vittoriani è presente in ogni stanza. Si riconoscon­o pezzi di Pugin, Burges, Dresser, Eastlake. Una seconda notevole raccolta è quella di vasi e ceramiche, poi ci sono i libri rari e proibiti, e infine innumerevo­li vetri di pregevoli manifattur­e. Nello studio la passione per l’archiviazi­one diventa ordinatiss­ima, e si trasforma in un metodo di lavoro rigoroso e indispensa­bile. Le stanze private sembrano lontane anni luce, ma è solo apparenza: sono due aspetti indivisibi­li del mondo e dell’arte di Gilbert & George. Fuori dalla porta d’ingresso il loro più acerrimo nemico – la religione – incombe. Equidistan­ti, alle estremità della piccola strada, si trovano una chiesa e una moschea (ex sinagoga). Ancora una conferma di quanto questo posto sia fondamenta­le nello sviluppo del pensiero di due degli artisti più interessan­ti dei nostri tempi.

 ??  ?? Gilbert & George ritratti in uno dei salotti di casa. La poltroncin­a originaria della Camera dei Lord è stata personaliz­zata ricamando le iniziali degli artisti e il disegno di un pidocchio a formare il loro stemma. Il mobile del XIX secolo è...
Gilbert & George ritratti in uno dei salotti di casa. La poltroncin­a originaria della Camera dei Lord è stata personaliz­zata ricamando le iniziali degli artisti e il disegno di un pidocchio a formare il loro stemma. Il mobile del XIX secolo è...

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