HUGO E CHARLOTTE
Nel Marais l’abitazione haussmanniana di una coppia di interior designer: «Il contesto era talmente importante che l’arredamento punta sulla semplicità». Pochi i pezzi scelti: il design di ultima generazione e qualche tocco vissuto
Il contesto è decisamente classico: un appartamento haussmanniano di 90 metri quadrati a Parigi, in pieno centro, nell’Alto Marais, uno dei quartieri più alla moda della città. L’architettura fine Ottocento è originale: stucchi e boiserie, pareti alte 3 metri, parquet a terra. Sono loro che gli hanno dato un’impronta diversa, perché Charlotte de Tonnac e Hugo Sauzay non amano i luoghi comuni. Per esempio non mangiano al tavolo da pranzo: meglio il coffee table o altri spazi non convenzionali della casa. Anche tra i mobili ci sono oggetti ‘fuorilogo’ come il guardaroba fatto di tubi, le luci scultura o i vecchi materassini da palestra reinventati: «In un mercato delle pulci nel Sud della Francia abbiamo trovato questi tre tappeti da ginnastica Anni 50 recuperati da una scuola. Abbiamo pensato che fosse interessante cambiare il loro uso. Così è nata la testata del letto, molto calda. E visto che ci piace sedere vicino al pavimento, due li abbiamo impilati, ricavando un divano perfetto». Coppia nella vita e nel lavoro, i due ventottenni parigini si sono conosciuti all’accademia di arti decorative e una volta laureati hanno aperto Festen, il loro studio di architettura d’interni e design. Lavorano in questa che è una ‘casa e bottega’ deluxe: «Passiamo letteralmente qui tutte
PASSIAMO QUI TUTTE LE NOSTRE GIORNATE. LA CASA È COSÌ CONFORTEVOLE CHE A VOLTE È DIFFICILE SMETTERE DI LAVORARE
Nel living, il divano Anni 80 è un acquisto fatto su eBay. Italiani la luce Parentesi di Achille Castiglioni e Pio Manzù per Flos e il tavolino Alanda di Paolo Piva, B&B Italia. Specchio d’epoca e sedia - con gatto - Side di Harry Bertoia per Knoll International
le nostre giornate. È confortevole e ci sentiamo fortunati a viverci. Tanto che a volte è difficile smettere di lavorare...». L’appartamento lo hanno trovato e comprato su Internet. Per gli spazi, naturalmente, ma anche per la posizione: «È molto centrale, c’è una bella atmosfera con un sacco di gallerie d’arte giovani, piccoli negozi di moda e design, alcuni concept store. È una zona molto dinamica. Il Centre Pompidou si trova a 5 minuti a piedi, la Senna a 10 minuti, ci sono un paio di mercati locali e una piccola area asiatica proprio dietro la nostra strada». Poche le modifiche strutturali da fare, i due si sono concentrati su arredamento e illuminazione. Il progetto ha avuto un’unica parola chiave, semplicità: «L’aspetto originale è già abbastanza importante, con gli stucchi e il grande camino, quindi l’obiettivo era quello di mantenere un ‘profilo basso’. Solo pezzi scelti, per avere spazi ariosi. Ci piace rispettare la storia dei luoghi: qui tutto si gioca sullo spirito molto parigino della struttura, a contrasto con un mix di cose molto diverse, tutte di design. Pensiamo che la combinazione sia perfetta. Il risultato: uno spazio solido, non modaiolo, dove il passato e il presente si sovrappongono e l’uno enfatizza l’altro». Il gioco di stili e miscellanee vale anche per
gli arredi dove si spazia dal contemporaneo al vintage. Ci sono le icone del Novecento come le sedie Side di Harry Bertoia del 1952 o lo sgabello Butterfly di Sori Yanagi del 1954, il design anonimo di una poltrona comprata su eBay e le lampade di Michael Anastassiades, il più sofisticato light designer di ultimissima generazione. Calibrato il peso di ogni pezzo: «Non c’è un eccesso di mobili, abbiamo bisogno di spazio visivo per le nostre menti, il vuoto non deve mai mancare». Ci pensa il vero padrone di casa, poi, a testare la comodità di ogni pezzo: «Abbiamo un gatto spudorato e invadente (come potete vedere nelle foto), che a volte è mitico con i nostri clienti, specialmente quando salta sulle loro ginocchia o comincia a giocare con i prospetti». A proposito di lavoro, chiediamo a Charlotte e Hugo che cosa stanno realizzando: «Diversi progetti privati, uffici per una agenzia creativa, un bar. E il nostro primo hotel, a Parigi». Naturalmente, la formula vincente non si cambia: gli spazi rispecchieranno il loro gusto personale fatto di contrasti sofisticati che alternano l’attualità più pura con accenni rétro. Nasce così la loro cifra più viva e contemporanea, il ‘fuorimoda’. FESTENARCHITECTURE.COM
LA TESTATA DEL LETTO L’ABBIAMO INVENTATA USANDO UN MATERASSINO DA PALESTRA ANNI 50. IL GUARDAROBA È FATTO DI TUBI, IL COMODINO È UN TAVOLINO PIEGHEVOLE