IL BRUTALISMO È DOLCE
Stanchi del loft cittadino, Cécile e suo marito Walty si sono fatti costruire una villa in campagna dallo studio Fuhrimann Hächler. Protagonisti del progetto la betulla naturale e il cemento grezzo
Per costruire questa casa, vicino a Zurigo, lo studio di architettura Fuhrimann Hächler ha dovuto terrazzare la collina e progettare una scala di 64 gradini. A ogni piano un cortile privato, in ogni ambiente un’atmosfera zen: toni neutri, arredi minimali, pareti e soffitti di cemento e betulla. « Non amo la parola decorare » , dice la proprietaria. Meglio semplificare
La casa, in stile contemporaneo, si trova a Rüti: cittadina a 25 minuti di treno dal centro di Zurigo, famosa per le sue industrie tessili. A prima vista, sembra aggrappata alla ripida collina su cui sorge, un tempo ricoperta da vigne. Terreno vergine, dunque, mai edificato. Per arrivare alla porta ci sono da salire 64 gradini. Un dettaglio che ha spinto Cécile e la sua famiglia a un’accurata pianificazione logistica: «Tengo le cose pesanti in garage, che usiamo come posto auto e come ripostiglio. Anche se Alia, la nostra labrador, non sembra curarsi troppo delle scale costringendoci a frequenti saliscendi». I lavori di costruzione sono durati quasi due anni. Cécile e il marito Walty non volevano una casa grande. «Per anni abbiamo vissuto in un loft. Ci piaceva moltissimo, ma era troppo buio. Quindi per questa nuova casa eravamo più interessati a realizzare un luogo luminoso e speciale, fatto su misura per noi». Hanno quindi interpellato lo studio Fuhrimann Hächler
(il duo di architetti di Zurigo specializzati in progetti ‘al cemento’), che ha deciso di ancorare le fondamenta in calcestruzzo al fianco della collina. Non solo. «Abbiamo capito subito che per costruire in questo punto occorreva terrazzare la zona circostante», continua Cécile. E in effetti la casa segue la topografia del luogo: quattro terrazze che funzionano da spazi esterni collegati a altrettanti ambienti interni (l’abitazione è su tre livelli), con l’aggiunta, sul lato nord, di un incantevole giardino naturale circondato da grandi alberi secolari. Dentro primeggia una scala, in legno traforato, vero fulcro del progetto che collega tutti e tre gli ‘strati’ dell’edificio. Al livello dell’ingresso ci sono le camere da letto e i servizi dei bambini, Mia Aimée e Ian Loïc, di 10 e 15 anni, che sono ben felici di avere un piano tutto per loro. In fondo al corridoio si trovano anche la cantina e un altro ripostiglio. Al piano superiore, leggermente sfalsati per separare gli ambienti, ci sono
la cucina e la sala da pranzo. Per la cucina sono stati scelti i delicati toni del grigio e del verde, che sembrano fondersi con la vista mozzafiato incorniciata dalla grande finestra. Accanto si trova il soggiorno, da cui si può accedere alla camera matrimoniale o salire all’ultimo piano. «Ci piace moltissimo come le porte del piano intermedio, con la nostra camera e il soggiorno, consentano un movimento fluido e circolare». All’ultimo piano c’è lo studio di Cécile, che è una graphic designer specializzata in libri, un’ottima pittrice nonché autrice di tutti i quadri alle pareti. Predilige i ‘non colori’ e tende a utilizzare tinte naturali, preferibilmente monocromatiche, e sottili giochi di sfumature. L’atmosfera che si respira è decisamente zen: i toni neutri e l’arredo minimalista creano un senso di calma e serenità. Cécile specifica: «Non amo la parola ‘decorare’, ai miei occhi sembra suggerire superficialità. La maggior parte degli oggetti nella nostra casa ha una storia. Non decoro i
PER GLI INTERNI PREDILIGO I ‘ NON COLORI': TINTE NATURALI, PREFERIBILMENTE MONOCROMATICHE, E SOTTILI GIOCHI DI SFUMATURE
Cécile e Walty dormono su un letto in stile giapponese. Nella camera, con bagno e terrazzo, anche due sgabelli vintage e la lampada Edward di Domus, design Nachacht (in questa pagina). Nel living room poltrona di Mint con cuscino di Jonathan Adler e plaid di lana. Lampada Gilda di Enrico Franzolini per Pallucco. Sul sideboard USM disegni a inchiostro di Cécile e vecchi candelabri. A sinistra un’antica consolle Art Déco di Dieter Keller e vasi vintage (nella pagina accanto)
miei ambienti ma catturo esperienze, memorie, l’essenza dei luoghi che ho visitato». A confermare quest’attitudine alla discrezione, i materiali sono tutti low-cost. Per l’esterno, la facciata in Eternit ventilato (rigorosamente senza amianto) ha la particolarità di utilizzare questo rivestimento alla rovescia, lasciando cioè in bella vista la parte corrugata che di solito si nasconde. All’interno si alternano – per pareti e soffitti – sobri pannelli di compensato di betulla, che rendono gli ambienti caldi e accoglienti, e cemento lucido, o grezzo, che rinforza l’idea della semplicità. Su questi sfondi, si posizionano pochi e ben misurati pezzi di design, dalle sedie degli Eames riverniciate da Cécile ai divani B&B Italia, alla leggendaria lampada Arco di Flos. A sorpresa gli oggetti preferiti sono le maniglie Anni 60 della cucina: rimaste per anni nello studio di Fuhrimann Hächler hanno finalmente trovato a Rüti la collocazione perfetta.
Pochi pezzi per la camera di Ian Loïc, il fglio: poltroncina vintage degli Eames, cassettiera nera di Errex, lampada di Habitat e letto di legno (in questa pagina). Ritratto di famiglia in soggiorno: Ian Loïc, Mia Aimée, Cécile e il labrador Alia (nella pagina accanto, in alto). La casa si raggiunge salendo 64 scalini (nella pagina accanto, in basso). Foto Living Inside