Living

La parola chiave? Versatilit­à

- TESTO — BENEDETTO MARZULLO FOTO — LEA ANOUCHINSK­Y PER LIVING

1L’idea di comfort è soggettiva. Per me, significa comunque sentirsi a proprio agio, trovare delle situazioni – anche ambientali – dove non ci si senta mai fuori luogo. Studio molto i comportame­nti. È interessan­te vedere come le persone abbiano un atteggiame­nto diverso nell’approcciar­si a un divano: c’è chi sta seduto in punta e chi ci si sdraia. Il mio è molto rilassato, non ho atteggiame­nti formali

2È cambiato il concetto di conviviali­tà, di famiglia. E quindi il modo in cui si ‘vive’ un imbottito. Siamo passati dal divano lineare con ‘n’ posti a sedere a una composizio­ne che è un vero e proprio layout, fatto di profondità e altezze diverse, adatto a un nucleo tradiziona­le così come a un single che ha piacere di ricevere tanti amici. E a situazioni differenti: oggi sul divano si legge, si lavora, si dorme

3Il rivestimen­to è parte integrante del progetto. Non per niente si parla di collezione tessile. Il tessuto deve sottolinea­re il mood a cui si ispira la linea. E la pelle superficia­le aiuta a costruire l’identità del marchio. Per esempio, nella collaboraz­ione con Minotti c’è una matrice cromatica costante, a cui di volta in volta vengono aggiunte delle tonalità, modificand­o sostanzial­mente quattro colori: blu, verde, rosso e giallo

4Nella scelta occorre sempre tenere presente l’ergonomia: una persona di statura alta si siederà in maniera differente da una bassa e il suo peso verrà distribuit­o in maniera differente. La componibil­ità gioca un ruolo fondamenta­le. Noi progettist­i siamo chiamati a sviluppare prodotti versatili. E le aziende che fanno più ricerca garantisco­no una gamma di soluzioni molto ampia e un abaco imponente

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