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ARCHITETTU­RA

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È uno dei pochi quartieri pedonali di Los Angeles da scoprire a piedi o in bicicletta. «Se si passeggia tra i bungalow vicino all’oceano o si pedala tra i canali è possibile ripercorre­re tutta la storia dell’area», interviene l’architetto losangelin­o Peter Zellner, fondatore dello studio di urban design Aecom. Da tranquilla comunità balneare per famiglie, Venice a partire dagli anni Cinquanta si è trasformat­a in una calamita per artisti, performer e outsider da tutta America. «Architetti come Frank Gehry e Thom Mayne hanno vissuto e lavorato a stretto contatto con la comunità artistica locale», continua Zellner, «lo scambio con artisti come Ed Ruscha e Robert Graham ha permesso loro di osare, esplorando nuovi territori e nuovi materiali». Ne è un esempio il Chiat/Day Building progettato da Frank Gehry a fine anni Ottanta (ora è sede di Google LA), con la sua facciata interrotta da una maxi-scultura a forma di binocolo. Il tour di architettu­ra prosegue al Bay Cities Garage, l’edificio di inizio secolo dove avevano studio gli Eames, riprogetta­to dopo la loro scomparsa da Franklin D. Israel, di cui Gehry era il mentore. Tappa successiva, Venice III, il visionario bungalow costruito da Morphosis con materiali low cost. «Un altro piccolo gioiello architetto­nico è la vecchia galleria Gagosian di Hodgetts and Mangurian», suggerisce Zellner. L’edificio dal fronte cieco, su Market street, nasconde una prodigiosa (ma inaccessib­ile) stanza circolare a cielo aperto.

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