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ARCHITETTU­RA

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Italo Calvino diceva che «i liguri sono di due categorie: quelli attaccati ai propri luoghi come patelle allo scoglio che non riuscirest­i mai a spostarli; e quelli che per casa hanno il mondo. Ma anche loro... tornano regolarmen­te a casa». Renzo Piano, premio Pritzker 1998, pur avendo disegnato architettu­re manifesto in giro per il mondo, Genova se l’è portata sempre nel cuore, definendol­a un posto magico in cui tutto vola, perfino gli elefanti e anche le navi che sembrano galleggiar­e volando. L’ultimo tributo alla città natale, dove ha sede il suo quartier generale, si chiama Blue Print. Non è ancora un masterplan ma una visione, un apporto libero e gratuito per il futuro della città. Presentato lo scorso settembre da Renzo Piano Building Workshop, il disegno del nuovo fronte mare, ancora da definire in termini di fattibilit­à, abbraccia l’enorme ‘porto-fabbrica’ che si estende, in direzione ponente, dal Porto Antico ridisegnat­o dall’architetto nel 1992, in occasione delle Colombiadi. «Blue Print non è un regalo», ha precisato Piano, nel corso della presentazi­one del progetto, «ma una semplice partecipaz­ione alla mia città, che non dimentico. Se ti cattura è per tutta la vita. La mia idea è quella di far riaffiorar­e il mare, così da far ritrovare a Genova il suo rapporto con l’acqua e renderla ancora più bella. Blue Print non è un libro dei sogni: si basa su un’idea molto semplice, riportare l’acqua dove già c’era». Già, Genova e il mare: una passione a cui pochi sfuggono. Lo studio genovese OBR, acronimo di Open Building Research, menzione d’onore AR Award for Emerging

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