SCENA CREATIVA
L’arte contemporanea non è la prima cosa che uno va a cercare a Firenze, ma qualcosa, in città, sta cambiando. Per Ai Weiwei, a Palazzo Strozzi, il pubblico si è messo in fila come davanti agli Uffizi. In quattro mesi, la personale del più famoso artista cinese vivente ha totalizzato 150mila visitatori. Numeri da record, che ci si augura di bissare con Bill Viola. Rinascimento Elettronico. Oltre ai musei, ci sono le gallerie. L’Aria Art Gallery meriterebbe una visita solo per la posizione: un giardino segreto del Cinquecento in Borgo Santi Apostoli, con una serra in cui nuotano le sculture iperrealiste dell’artista statunitense Carole Feuerman. Un’altra sede, inaugurata da pochissimo, è a Mayfair, Londra. Radici nel territorio e apertura internazionale. È questa la formula vincente. Duccio Maria Gambi, forse il più noto tra i giovani designer fiorentini, ha casa a Firenze e un piede a Parigi, dove ha abitato fino a un anno e mezzo fa. I suoi pezzi unici in cemento colorato – quotati dai tre ai dodicimila euro – nascono in un laboratorio vicino Sant’Ambrogio, appena fuori dal centro storico. ‚Sono tornato a Firenze per la qualità della vita e del paesaggio», dice Gambi. ‚La scena creativa la conosco ancora poco. Sto cercando di capire se è possibile fare network. Quanti siamo? Contiamoci». Presenti all’appello, le ragazze di Archivio Personale, Alessandra Foschi e Francesca Pazzagli. Dal catering creativo sono felicemente passate alla scenografia. Firmano tutti gli allestimenti per gli eventi di ToiletPaper, la rivista di Maurizio Cattelan. Prossima fermata: Kyoto, ad aprile.