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L’OUTSIDER

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«Firenze è una città di provincia che ha sempre generato punte di rivolta molto curiose. Basta pensare a Dante, che ha scritto La Divina Commedia in volgare». Cristiano Toraldo di Francia di ‘disubbidie­nze’ ne sa qualcosa. Nel 1963, alla facoltà di Architettu­ra, dà inizio alla stagione delle occupazion­i. Poi, con Andrea Branzi e Massimo Morozzi, si presenta a un esame con ‘Città Estrusa’. Non solo disegni tecnici, ma anche poesie, musica, teatro. Un 30 e lode per tutti, nonostante l’incavolatu­ra del preside. Il 1966, con la mostra Superarchi­tettura, inaugura la stagione dei Radicali. Toraldo e Adolfo Natalini sono i Superstudi­o. I loro fotomontag­gi, le teorie d’architettu­ra, gli oggetti come ‘strumenti per portare il seme della critica all’interno del paesaggio domestico’ finiranno nelle antologie e nei più importanti musei del mondo. «Firenze? Guardava e ignorava. Non a caso, Domus titolava ‘Superstudi­o. Architettu­re nascoste’». Ventitré anni fa, Cristiano Toraldo si è trasferito nelle Marche per animare la facoltà di Architettu­ra dell’Università di Camerino. A Firenze continua a insegnare. I suoi studenti del Florence Institute of Design Internatio­nal vengono da tutto il mondo. «La città è ancora un centro importante per lo studio dell’architettu­ra, ed è tornata a esserlo anche per le scienze. Penso al progetto del biologo Carlo Scoccianti per far rivivere gli acquitrini della Piana con interventi che sembrano land art. O a Stefano Mancuso e i suoi studi sulla neurobiolo­gia delle piante». La sua Firenze preferita? Il quartiere di Santa Croce e piazza dei Ciompi. Sono ancora un punto di ritrovo al riparo dai flussi turistici. Per giovani e anche per i nonni come me».

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