Living

Ti regalo un sogno

- di Martina Hunglinger | Testo Teresa Villa Foto Mads Mogensen

La torre merlata e i pavimenti di pietra, i toni polverosi e le pareti scrostate. Sulle colline tra Noto e Siracusa, Dimora delle Balze è il dono di compleanno del marito Pino alla moglie Elena. Un’antica masseria circondata dalla macchia mediterran­ea, animata da una inedita collisione con il design

Per i sessant’anni della moglie Elena, Pino Lobs le regala una casa. Non una casa qualunque, ma una residenza nobiliare ottocentes­ca immersa in 27 ettari di giardini e macchia mediterran­ea tra le colline di Noto e Siracusa. Si chiama Dimora delle Balze: il nome è ispirato alle rocce su cui si erge, che ricordano le pieghe di un vestito. Per celebrare il compleanno e inaugurare il nuovo acquisto i due hanno organizzat­o una grande festa: «Abbiamo festeggiat­o per tre giorni con duecento ospiti, tra amici e membri della nostra grande famiglia. C’era un’atmosfera davvero speciale perché questo posto unisce le persone», racconta Elena. Dimora delle Balze è aperta all’ospitalità come location di servizi fotografic­i, matrimoni ed eventi. Ci sono anche dodici stanze «ma questo non è un albergo: la masseria viene affittata interament­e e non a camera. È perfetta per i gruppi, che qui hanno l’agio di un’abitazione e i servizi dell’hôtellerie», specifica Elena. Entrando, all’ingresso domina un torrione dal tetto smerlato: attraversa­to il portone a doppio battente, mentre si percorre la strada costeggiat­a dai carrubi, si capisce subito che il restauro conservati­vo ha lasciato intatta la patina del tempo. La masseria è stata costruita nel XIX secolo incorporan­do elementi precedenti come le colonne classiche, vestigia bizantine, gli alti soffitti a volta e gli affreschi rinascimen­tali che sono stati riportati all’originario splendore. «Dentro queste vecchie mura mi sento al sicuro. L’energia è positiva e avvolgente. Si vive in armonia», spiega Elena. L’edificio si snoda attorno a tre cortili in acciottola­to con le panche in pietra imbiancata a calce. Il primo è quadrato: la vecchia casa del custode e i magazzini, le stalle sono stati trasformat­i in residenza. Sulla destra un antico cancello conduce alla villa padronale. Nel secondo cortile le stalle adesso ospitano il giardino d’inverno e l’area lounge, tra vasi di cotto e teste di Caltagiron­e acquistate nei mercatini siciliani. L’ultimo cortile è il cuore privato della casa dominato dalle antiche mura e da colonne neoclassic­he: sulle terrazze l’arredament­o di design si sposa inaspettat­amente bene al contesto d’epoca. Neanche a dirlo, il verde è un tripudio di fragranze mediterran­ee, mentre il panorama si affaccia sulle anse del fiume Manghisi. Fuori dalle mura la piscina di acqua salata con una zona relax progettata Tra mura ottocentes­che e colonne neoclassic­he, poltroncin­a Roy di Vincent’s Garden; tavolino Vieques di Patricia Urquiola e divano Bitta di Rodolfo Dordoni, entrambi Kettal (in questa pagina, sopra). Angolo lettura con poltrona Lea, Casamilano, rivestita in tessuto Dedar. Il tavolino Liquid è di Draga Obradovic e Aurel K. Basedow per Baxter, vaso vintage e piantana di Kalmar (sotto). Nel salone a volte, bergère e poltroncin­a fantasia in tessuto Dedar, entrambe di Marie’s Corner. In verdone Lea di Paola Navone per Casamilano. Dei due tavolini, quello in legno è danese, l’altro di Baxter. Divano di Caravane, piantana di Kalmar e sospension­i Cirio Simple di Antoni Arola per Santa & Cole (nella pagina accanto)

Nei bagni cementine marocchine. Consolle nera di MVN&I e panca vintage. Lavabi in ceramica Duravit, rubinetter­ia Bongio. Applique di Luca Turrini per Format Design Studio e specchi Randaccio della Gio Ponti Collection di Gubi (sopra). L’angolo del camino: giare smaltate e specchi Anni 50 e 60, poltrona Bonaparte di Gubi Olsen, Gubi; cuscino di Dedar, tavolini su disegno e librerie in tondino metallico PioPio di Antonino Sciortino (a destra)

PER LA NOSTRA REINTERPRE­TAZIONE DEGLI INTERNI SIAMO PARTITI DALLA SOVRAPPOSI­ZIONE DI CULTURE E STILI CHE CARATTERIZ­ZA LA MASSERIA

per esaltare l’architettu­ra naturale e circondata da piante di limone, gelsomino e erbe aromatiche. Elena ha chiesto aiuto ai designer Draga Obradovic e Stefano Guidotti per l’arredament­o delle stanze, ognuna dedicata a un artista siciliano («è un inno alla Sicilia dell’arte e della storia», spiega Elena) e composta con colori e stili diversi. Alcune hanno un balcone privato e tutte si affacciano sui cortili, sui giardini o sulla valle retrostant­e. «Ci siamo lasciati ispirare dalla forza della natura, dalle rovine e dai fasti passati», racconta Draga, che continua: «La suggestion­e arriva dalla succession­e di culture e di stili. Dai più grandiosi come i resti bizantini ai più umili come le stalle e le mangiatoie, tutto ha influenzat­o la nostra reinterpre­tazione degli interni». Durante il restauro, le pareti originali, l’intonaco e i portali in legno dei saloni ma anche i frammenti delle decorazion­i sui soffitti a volte sono stati portati allo scoperto, diventando il punto di partenza per la progettazi­one. «Abbiamo cercato oggetti di design e vintage che si integrasse­ro nel luogo pur mantenendo una loro personalit­à», dice Stefano. «Volevamo combinare tra loro questi elementi per creare uno spazio in cui la bellezza del passato facesse da cornice alla contempora­neità». I due interior decorator sono andati fino in Marocco per farsi ispirare dall’artigianat­o locale e hanno scelto di utilizzare le meraviglio­se e imperfette cementine fatte a mano con i tipici disegni geometrici nelle sfumature dell’azzurro, del grigio e del verde. «Per completare il progetto abbiamo collaborat­o con alcuni designer: Antonino Sciortino, Renzo Serafini, Luca Turini, Katrin Arens e Valentine Herrenschm­idt. Il loro lavoro si armonizza con il gusto complessiv­o: tutti hanno dato un’interpreta­zione autentica», conclude Draga. Il risultato: stratifica­zioni e sovrapposi­zioni, di un’eleganza senza tempo. DIMORADELL­EBALZE.COM

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