LA NUOVA LONDRA DI MISTER H
QUESTA VOLTA THOMAS HEATHERWICK HA LASCIATO IL SEGNO NEL QUARTIERE PIù VIVACE DELLA CITTà, TRASFORMANDO UN EX DEPOSITO DI CARBONE IN UN HUB CREATIVO. DOVE TOM DIXON HA TROVATO CASA
Lo sguardo fiero, l’aria disinvolta. Thomas Heatherwick ci mette la faccia, è soddisfatto del progetto Coal Drops Yard che ha realizzato – ci tiene a sottolinearlo – insieme a «un team di 180 problem solvers». L’architetto inglese, fondatore dell’omonimo studio, dopo aver quasi completato la discussa torre Vessel a New York – considerata da molti una scatola vuota – a ottobre inaugurerà un hub creativo e commerciale nella sua Londra, in quello che era l’ex deposito di carbone di King’s Cross, oggi il quartiere più vivace della capitale. «Siamo entusiasti di aprire finalmente al pubblico questo straordinario e in gran parte sconosciuto sito industriale di epoca vittoriana. Lo abbiamo ristrutturato pensando però a una destinazione d’uso che portasse vitalità. Del resto questo posto non era stato progettato per far circolare gente…», spiega. Il complesso costruito tra il 1850 e il 1860 e adibito allo scarico e allo stoccaggio del combustibile fossile, fu successivamente destinato a magazzini e night club, rimanendo poi in disuso dalla fine degli Anni 90. Adesso è pronto a ospitare negozi e ristoranti, uffici, gallerie e locali destinati a eventi.
Insomma non sarà un asettico shopping centre dove passare la domenica pomeriggio, ma un luogo da vivere appieno durante la settimana tra buon cibo, design, moda e artigianato. Il primo a metterci piede sarà Tom Dixon, che ha deciso di anticipare i tempi e traslocare durante il mese di aprile. Il designer tunisino naturalizzato britannico, di casa a Portobello dock, trasferirà il suo headquarter: «Questa è una location incredibile. Porteremo studio, showroom, store e bistrot. Sarà il nostro punto di partenza per lanciare le ultime idee sul futuro dell’abitare», ha spiegato. L’opening a puntate prenderà forma di giorno in giorno, fino al taglio del nastro ufficiale previsto per il prossimo autunno, quando tutte le vetrine saranno tirate a lucido e allestite con le creazioni di brand emergenti e internazionali, dall’abbigliamento all’ottica, dal food alla bellezza, barber shop e profumerie comprese. Tra questi anche lo stilista delle righe colorate sir Paul Smith. Coal Drops Yard (letteralmente ‘cantiere di carbone’) è stato progettato proprio per favorire le passeggiate, le chiacchiere davanti a un caffè
e invogliare all’acquisto nelle boutique più cool del Regno Unito. Heatherwick ha lasciato la piazza libera, per permettere a turisti e curiosi di attraversarla facilmente in lungo e in largo tra mattoni a vista, selciato e balaustre di ghisa. Ma è guardando il cielo che si nota il suo audace intervento. Con il naso all’insù ci si accorge che qualcosa – più di qualcosa – è cambiato. Gli edifici sembrano scoperchiati da una tromba d’aria, e poi ricuciti dalla mano delicata dell’archistar: «Piuttosto che aggiungere una struttura del tutto estranea abbiamo deciso di piegare, sollevare e unire i due tetti esistenti, ricavando così un altro piano con grandi vetrate affacciate sulla città. I lunghi viadotti mi hanno ricordato enormi barrette di cioccolato Kit Kat appena spezzate…», scherza l’architetto. Una ‘cucitura’ visibile anche dall’interno, dove le due ali fanno da cornice a concerti, sfilate e mostre dei giovani studenti della vicina Central Saint Martins. Insomma, il recupero che unisce vecchio e nuovo nasce da una mente eclettica capace di spaziare dalla poltronatrottola (Magis) agli autobus, dal braciere olimpico ai padiglioni Expo, dallo Zeitz MOCAA di Città del Capo, trasformato in museo di arte contemporanea, al campus Google in California annunciato per il 2020. Progetti fuori dagli schemi che hanno sempre qualcosa di avveniristico, che si tratti di design o di architettura. Proprio come il Coal Drops Yard, intriso di storia ma proiettato al futuro. HEATHERWICK.COM
«ABBIAMO PIEGATO, SOLLEVATO E UNITO I TETTI, RICAVANDO UN ALTRO PIANO CON GRANDI VETRATE AFFACCIATE SULLA CITTà»