Fuga dalla citta
Da Firenze, gli architetti Julie Janssen e Federico Minarelli transferiscono casa e bottega in un antico casale sulle colline di Fiesole, dove mettono in scena un dialogo tra il design e la storia. Puntando sulla forza della materia grezza di pietre e travi a vista a contrasto con progetti disegnati su misura
Invece della stalla c’è il salone, lo studio è nella rimessa degli attrezzi e la cucina con il forno dove un tempo si cuoceva il pane per l’intero borgo adesso parla olandese, rivestita com’è delle tipiche piastrelle smaltate: «Si tratta di uno speciale tipo di mattonelle, i ‘witjes’ (‘bianchetti’), ancora prodotte a mano nei Paesi Bassi come nel 600», spiega Julie Janssen, metà femminile del duo creativo Fred&Juul. Lei le ha volute come omaggio alla sua terra, anche se ormai più che a Maastricht fa base in Italia. Con Federico Minarelli forma una coppia nel lavoro e nella vita: architetti e designer quarantenni, hanno deciso di lasciare Firenze per Fiesole «Dove stare in campagna senza rinunciare alla città», trasformando un antico complesso colonico nel manifesto del loro lavoro. Il casale di pietra a vista ha un nucleo medievale e successive aggregazioni che arrivano fino all’Ottocento. «Era un romantico rudere», spiegano i due, «l’abbiamo restaurato con misura, alternando tratto sperimentale e cura filologica». È stata un’attrazione fatale: impossibile resistere al richiamo di quelle mura arroccate su un colle, che guardano Firenze dall’alto e spaziano fino alle vette delle Alpi Apuane. In quattro anni è diventato casa, ufficio e atelier, per la gioia del figlio Jacques e del
cane Peppa, liberi di spaziare tra il giardino e i quattrocento metri quadrati del complesso. «Abbiamo lavorato e vissuto ad Amsterdam, New York e Firenze, ma qui siamo in pace». Dal loro eremo al Lungarno ci vogliono solo quindici minuti, nonostante l’isolamento continuano tranquillamente a fare i decoratori e i designer. E siccome progettando interni si ritrovavano sempre a disegnare arredi custom-made su commissione, hanno pensato bene di dare vita a una produzione propria. Adesso l’hanno allestita nelle stanze, arredate con tutti i prototipi e i progetti su misura, realizzati artigianalmente da mastri toscani. «Il nostro design fonde la tradizione manufatturiera locale e un personale percorso di ricerca». Inseguendo l’equilibrio, Fred e Juul ambiscono a firmare pezzi timeless, dosati nel disegno e pregiati nei materiali: «Il traguardo è l’estetica senza tempo. Un progetto dovrebbe avere la forza di rimanere attraente, crediamo nei mobili durevoli e di valore, che non invecchiano negli anni». Al contrario di quelli dei genitori di Julie: «Da piccola vivevo in un appartamento arredato in puro stile Anni 70. Allora era molto alla moda, tutto marrone e giallo. Ho sentito spesso i miei genitori rimpiangere la loro scelta e quando finalmente hanno rifatto gli
interni li ho visti sollevati. Noi puntiamo a non stancare. Vogliamo disegnare oggetti che invecchino bene». Per farlo, oltre allo stretto dialogo con le botteghe («L’artigianato di alto livello offre l’opportunità di sperimentare, grazie al know-how e all’abilità manuale») c’è la scelta di materiali preziosi: ottone, vetro soffiato, bronzo, quercia, marmo. «La materia è importantissima ma da sola non basta, il vero lusso nasce dalle sensazioni che gli arredi offrono. Un vaso, una sedia, un tavolo, uno sgabello: devono restituire bellezza e comfort, essere utili ed emozionare ». In casa invece Julie e Federico hanno preferito gli elementi grezzi: pietra, cemento, ceramica e legno di castagno. Una cornice raw che, a contrasto, mette in risalto i pizzi metallici, le trasparenze e i legni intarsiati della loro home collection. Pochi altri i contributi: un tappeto geometrico in lana himalaiana, gli evergreen di George Nelson e degli Eames, un tavolo di brocantage, un glorioso tecnigrafo Anni 40 dove tratteggiano le idee. Anche il divano di Vico Magistretti è customizzato a modo loro, con un irriverente rivestimento di velluto rosa confetto: è l’unico vezzo di colore in un ambiente calibrato, dove la forza è la misura. FREDANDJUUL.COM
UN PROGETTO DOVREBBE AVERE LA FORZA DI RIMANERE ATTRAENTE: CREDIAMO NELLE IDEE DI VALORE, CHE NON INVECCHIANO NEGLI ANNI