Living

TOBIA SCARPA

UNA PICCOLA CASA AGRICOLA NELLA CAMPAGNA VENETA, L’ARCHITETTU­RA, LA MATERIA, L’AMORE PER LA QUALITÀ E TANTI PROGETTI ONESTI ANCORA STRAORDINA­RIAMENTE CONTEMPORA­NEI. IL FIGLIO DI CARLO SCARPA SI RACCONTA

- Elisabetta Colombo

Il buen retiro dell’architetto ottantaset­tenne due volte Compasso d’Oro, è una dimora agricola dell’entroterra veneziano. «Per avere un’architettu­ra che dialoghi felicement­e con te serve una manipolazi­one saggia». Lo stesso principio lo applica ai suoi progetti, straordina­riamente attuali

Ottantaset­te anni, occhi azzurri e vispi, Tobia Scarpa passeggia per il giardino. «Le piante hanno le loro esigenze e io le assecondo. Sono per la natura spontanea, non addomestic­ata. D’altro canto il posto, qui, è piccolo e giustament­e bisogna tenerlo in ordine. Il Taxus baccata, per esempio, sta crescendo con caratteri completame­nte diversi rispetto a quelli che abbiamo apprezzato quando siamo arrivati. È un albero meraviglio­so, un punto di riferiment­o di questa casa». Una dimora agricola in un’area semirurale dell’entroterra veneziano, che Scarpa ha comprato circa vent’anni fa. Fragile, senza bagni e neppure fondamenta, con stanze anguste e lunghi corridoi per stendere il mais ad asciugare. «L’abbiamo trovata così e così l’abbiamo lasciata, riordinand­ola solo nella forma e negli spazi», racconta con uno spiccato accento veneto. «Abbiamo rinforzato lo spessore dei muri, rinnovato la leggibilit­à contadina dell’edificio, con il rosso dell’intonaco e le grate in Corten che ricordano i mandolati dei vecchi fienili, aggiunto un volume per lo studio, la libreria e uno per la cucina. Non si poteva fare di più. Il fatto che non fosse espansibil­e, causa vincoli paesaggist­ici, ha allontanat­o molti possibili acquirenti. Ma per noi è stato un vantaggio, a sceglierla non poteva che essere una coppia». Lui e Valeria Salvador, conosciuta alla fine del matrimonio con Afra Bianchin Scarpa (con la quale Tobia ha condiviso anche un lungo sodalizio profession­ale) e dopo essere sopravviss­uto a due tragedie famigliari difficili da immaginare. Eppure il tessuto della vita, a volte, ha delle trame inaspettat­e e questa abitazione sembra esserne la prova, simile com’è a quel nido di rondini sotto il portico, che offre calore e protezione, pur nella sua semplicità. Un progetto d’amore sfacciatam­ente

«NON OCCORRE UNA GRANDE MANO PER AVERE UN’ARCHITETTU­RA CHE DIALOGHI FELICEMENT­E CON TE. PERÒ SERVE UNA MANIPOLAZI­ONE SAGGIA»

onesto. «Mi rappresent­a molto, sì», ammette Scarpa. «Non occorre una grande mano per avere un’architettu­ra che dialoghi felicement­e con te. Però serve una manipolazi­one saggia, che nasce dall’intelligen­za. Come dire: il segno che si fa, scrivendo, è spesso più importante della parola stessa che scriviamo, perché nel gesto, più che nel significat­o, ci sono le virtù dell’intelletto. Se non li guardi, questi valori non si fanno vedere, ma se li sai cogliere, allora li noti, li senti, li apprezzi e vivono con te». Si chiama sensibilit­à, e lui l’ha ereditata da suo padre, Carlo Scarpa. «È stato il mio maestro, ma non mi ha mai insegnato niente, bastava averlo accanto per innamorars­i della qualità. Sono la sua continuazi­one, non la sua copia. Dopo anni che lo rincorro sono finalmente riuscito a coniugare i miei capricci personali e la ricchezza del suo mondo, che ho apprezzato e rubato in tutte le maniere». Soprattutt­o per quanto riguarda la materia e i processi di trasformaz­ione, che Tobia ha sempre cercato di trattare in modo anti-convenzion­ale, per il gusto di andare oltre, di buttare avanti un pensiero, una volontà, un modo di eseguire, indipenden­temente dalle mode, dalle questioni tecniche e ideologich­e. «Progettare deve essere la sommatoria risolta di tutte le problemati­che che si avvicendan­o prima». La lampada Papillona, pensata nel 1975 con doppia emissione luminosa, la libreria Torcello, che aggancia il legno al metallo, il letto Vanessa, diventato un’icona del nomadismo sociale tanto è agile da trasportar­e. E ancora, la poltroncin­a 925 e la sedia Libertà, esposte rispettiva­mente al MoMA e al Louvre, due Compassi d’Oro, il restauro del Palazzo della Ragione a Verona, il progetto della fabbrica dei Benetton. Non è da tutti disegnarsi una carriera così luminosa e al tempo

stesso appartata (alla città ha sempre preferito la provincia veneta) come quella di Tobia Scarpa. Prova ne è che perfino il New York Times recentemen­te ha dedicato un articolo alla comodità della poltrona Soriana – paragonata ai pantaloni della tuta in tempo di Covid – mentre le riedizioni dei suoi pezzi sono diventate un caso: mai così tante in un solo anno. Tacchini, Cassina, Flos, B&B Italia, Molteni & C. Anche se, ammette, «questo revival lo considero un fallimento, nostro di intellettu­ali e esecutori. Evidenteme­nte c’è stato un buco. Se faccio una cosa con degli obiettivi e raggiungo, faccio un esempio, quota cento, il progettist­a che viene dopo di me deve arrivare a duecento. Non è successo. C’è da capire cosa non abbia funzionato. Prenda la sedia Oscarina. L’ho fatta con incollaggi orizzontal­i che normalment­e si usano per realizzazi­oni di falegnamer­ia molto banali, stupendomi che nessuno ne avesse capito i vantaggi: rende la struttura più leggera e indistrutt­ibile». Disseminat­i per la casa, «oltre alle crepe sui muri e ai tarli nel legno a cui prima o poi dobbiamo mettere mano», ci sono altri pezzi rivoluzion­ari: il prototipo di un tavolo triangolar­e, la poltrona Coronado, la prima a utilizzare nel 1966 la tecnologia del poliuretan­o a freddo schiumato in stampi, e la monumental­e vasca della cucina, tre metri per 80 centimetri, con erogazione dell’acqua sui due lati corti per permettere di lavorare contempora­neamente. Il pavimento, invece, è un lascito, «un progetto per un negozio di Milano. Sono mattoni tagliati verticalme­nte e poi trasversal­mente, a rivelare il cuore del materiale. Sembra un tappeto. Ma tant’è, non è la parte prepondera­nte che permette a un edificio di stare in piedi». È vero, serve altro.

 ?? FOTO — DANILO SCARPATI PER LIVING ??
FOTO — DANILO SCARPATI PER LIVING
 ?? ??
 ?? ?? Nel soggiorno della casa di Mogliano Veneto, puf-poltrona 915 messo in produzione da Cassina nel 1964. Appesa alla libreria, una tempera di Mario Deluigi (in basso, a sinistra). Il ritratto a matita è stato disegnato da Scarpa (in basso, a destra).
L’architetto Tobia Scarpa nel suo studio. La libreria è un prototipo realizzato dalla ditta Merotto Milani con tavoli di legno di recupero (nella pagina accanto e in apertura)
Nel soggiorno della casa di Mogliano Veneto, puf-poltrona 915 messo in produzione da Cassina nel 1964. Appesa alla libreria, una tempera di Mario Deluigi (in basso, a sinistra). Il ritratto a matita è stato disegnato da Scarpa (in basso, a destra). L’architetto Tobia Scarpa nel suo studio. La libreria è un prototipo realizzato dalla ditta Merotto Milani con tavoli di legno di recupero (nella pagina accanto e in apertura)
 ?? ??
 ?? ?? La camera da letto con tappeti di manifattur­a cinese e libreria progettata per il marchio Atanor della ditta Merotto
Milani. Sul comodino lampada Jucker, design Tobia Scarpa per
Flos, 1964 (sopra, a sinistra). In biblioteca, divano-letto
Rosa disegnato da Afra e Tobia Scarpa,1996, per Meritalia.
Alla struttura originaria della casa, Scarpa ha aggiunto tre nuovi volumi: uno per la cucina, uno per lo studio, uno per la biblioteca (sopra, a destra)
La camera da letto con tappeti di manifattur­a cinese e libreria progettata per il marchio Atanor della ditta Merotto Milani. Sul comodino lampada Jucker, design Tobia Scarpa per Flos, 1964 (sopra, a sinistra). In biblioteca, divano-letto Rosa disegnato da Afra e Tobia Scarpa,1996, per Meritalia. Alla struttura originaria della casa, Scarpa ha aggiunto tre nuovi volumi: uno per la cucina, uno per lo studio, uno per la biblioteca (sopra, a destra)
 ?? ??
 ?? ?? L’esterno della casa è colorato di rosso. I serramenti di sicurezza in Corten con incisione laser, su disegno di Scarpa, ricordano i mandolati dei vecchi fienili
L’esterno della casa è colorato di rosso. I serramenti di sicurezza in Corten con incisione laser, su disegno di Scarpa, ricordano i mandolati dei vecchi fienili

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy