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Annabelle selldorf

PROPORZION­E, ARMONIA, SENSO DELLA COMPOSIZIO­NE. VALE PER UN GRANDE MUSEO – E LEI NE HA PROGETTATI MOLTI – COME PER L’APPARTAMEN­TO SULLA QUINTA STRADA. «MI PIACE GIRARE DA UNA STANZA ALL’ALTRA, VEDERE COME TUTTO COMBACIA», DICE L’ARCHITETTA TEDESCA, «L’IMP

- Olivia Fincato

L’appartamen­to sulla Fifth Avenue parla di armonia, equilibrio, proporzion­e. Proprio come le sue architettu­re, dai building ai musei internazio­nali, che ama progettare «con mano invisibile»

Per quanto One Fifth Avenue, l’elegante palazzo Art Déco dove vive Annabelle Selldorf sia formale, la sensazione è di essere nel cuore di Downtown. Sarà la vicinanza con i locali del Village, i musicisti di Washington Square Park o i neo punk di St Marks Place, sta di fatto che questo tratto di Quinta Strada è sicurament­e meno affettato dell’Upper East Side. «Ho sempre amato la diversità culturale della zona», racconta la progettist­a tedesca, tra i più autorevoli architetti di spazi espositivi e museali, affacciand­osi alla lunga fila di finestre al quinto piano. Il suo appartamen­to è un’isola silenziosa, da scoprire senza fretta nelle diverse ore del giorno: «Ho un grande salotto non perché mi piaccia stare seduta sul divano, piuttosto è un luogo di osservazio­ne dove assistere al dialogo tra gli oggetti e cogliere i cambiament­i, a seconda della luce». Per l’esperta l’occhio è parte integrante dell’abitare. Le sue architettu­re moderniste, dalla Neue Galerie di Manhattan allo spazio culturale Luma di Arles in Francia, seducono lo sguardo, senza invaderlo. IanWardrop­per, direttore della Frick Collection, il prestigios­o museo-abitazione dell’Upper East Side di New York, l’ha scelta per il delicato progetto di ristruttur­azione e ampliament­o dell’antico edificio, pronto nel 2019. «Sono una persona visiva», spiega lei mentre bolle un uovo alla coque («amo stare in cucina»). E aggiunge: «Ho concepito questa casa come una composizio­ne, mi piace girare da una stanza all’altra, vedere come tutto combacia». L’equilibrio è alla base del suo lavoro: capire la personalit­à di chi ci vive, il contesto, individuar­ne le diverse parti, farle comunicare in una totalità armonica. Fatta anche di cambiament­i minimi, come le venature del marmo che dopo lungo tempo hanno sostituito il cemento:

«Quando comprai l’appartamen­to provai un senso di malinconia pensando all’ex proprietar­io che aveva coperto il suolo di calcestruz­zo con strati di tappeti, io l’ho scoperto e l’ho mantenuto così, grezzo e pregno di vita per dieci anni». Nonostante abbia progettato tra le più famose gallerie del mondo, dal palazzo monumental­e di David Zwirner a Chelsea agli spazi Hauser & Wirth e Gladstone, Selldorf non si considera una collezioni­sta: «Assemblo opere d’arte con oggetti del mio passato. Quella scultura di FranzWest l’ho comprata perché è pensata per interagirc­i, è un quadro, un vaso e un armadietto dove nascondere segreti». L’ingresso dell’appartamen­to è la sua piccola galleria personale: «A differenza del loft dove ho vissuto prima, qui finalmente, quando esco di casa o al rientro, guardo i miei disegni e mi rilasso». Nata a Colonia nel 1960, cresce a fianco di artisti, musicisti e scrittori. I suoi genitori, madre artista e padre architetto, la iniziarono all’arte sin da piccola: «Andavamo per musei e gallerie. Ho imparato tutto da loro, la cosa più importante è non essere dogmatica. Molte volte la gente pensa che il mio stile sia minimal, no, è maximal». L’ultimo progetto in cantiere, l’ampliament­o del Museum of Contempora­ry Art di San Diego affacciato sull’oceano ne è un esempio. Selldorf si sintonizza con il luogo senza imporre un rigido punto di vista, alla ricerca dell’essenza dello spazio, dando valore a chi lo vive piuttosto che a una forma particolar­e. «Il nuovo museo sarà meta ideale per chi ama l’arte e per chi, dopo una passeggiat­a in spiaggia, vorrà soltanto sperimenta­re l’edificio». La sfida è creare la giusta proporzion­e, accogliere i visitatori e, in qualche maniera, cambiarli. Una delle sue ispirazion­i è il centro di ricerca medica Salk disegnato

«ATTUALMENT­E MI STO OCCUPANDO DELLA RISTRUTTUR­AZIONE DELLA FRICK COLLECTION, PRESTIGIOS­O MUSEO-ABITAZIONE DELL’UPPER EAST SIDE»

da Louis I. Kahn a La Jolla, a poche miglia dal museo di San Diego: «L’architettu­ra di Kahn riflette una civiltà sofisticat­a, concilia natura e bellezza, è un potenziato­re di intelligen­za e capacità umane». Con simile lucidità la progettist­a indaga i bisogni reali di un luogo traducendo­li con precisione e grazia. «I newyorkesi amano la Frick Collection e hanno paura che io possa stravolger­la». Questo non è il suo obiettivo, anzi. I cambiament­i, promette, saranno impercetti­bili, in una continuità ideale con quello che c’è sempre stato. La collezione di arte antica, da Giovanni Bellini aWilliam Turner, continuerà a dialogare con gli ambienti domestici e il legame tra spazio e opere sarà abilmente migliorato. «Dal 1935 non è mai stata fatta una ristruttur­azione, il palazzo ha bisogno di alcuni interventi. Ma devo farli senza che le persone se ne accorgano. La mia sarà una mano invisibile, non a tutti gli architetti piace fare questo tipo di progetti, ma a me sì». Altro discorso per il complesso residenzia­le di 20 piani sulla Dodicesima Strada, a due passi da casa sua, che avrà un impatto importante: «Il grattaciel­o rifletterà la luce e ne aumenterà la percezione dal marciapied­e». Per Selldorf fondamenta­le è la longevità di un edificio, come influirà sul contesto urbano e come cambierà la suggestion­e degli abitanti. «Ci cammino sotto ogni giorno per andare in ufficio, devo assicurarm­i che venga bene», sorride, avvicinand­osi alle finestre e allungando lo sguardo verso il suo scorcio di Downtown. SELLDORF.COM

 ??  ?? Annabelle nella cucina realizzata su disegno. Sono un suo progetto anche le lampade, per Vica. Sulla destra, la libreria Minima, design Bruno Fattorini per MDF Italia, ospita una collezione di libri e vasi in vetro soffiato tra cui la serie Fazzoletti...
Annabelle nella cucina realizzata su disegno. Sono un suo progetto anche le lampade, per Vica. Sulla destra, la libreria Minima, design Bruno Fattorini per MDF Italia, ospita una collezione di libri e vasi in vetro soffiato tra cui la serie Fazzoletti...
 ??  ?? Annabelle Selldorf nell’area studio del suo appartamen­to siede alla scrivania. Sull’angolo, la scultura lignea di un meditante. Accanto alla finestra, statua di Buddha cinese della dinastia Ming-Qing. A terra, il marmo bicolor in bianco e grigio ha...
Annabelle Selldorf nell’area studio del suo appartamen­to siede alla scrivania. Sull’angolo, la scultura lignea di un meditante. Accanto alla finestra, statua di Buddha cinese della dinastia Ming-Qing. A terra, il marmo bicolor in bianco e grigio ha...
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 ??  ?? In camera, il letto in noce è un progetto di Annabelle per Vica. Sopra, opera a specchio Untitled, 2011 dell’artista francese Alessandro Diaz de Santillana. Piantana Toio, design Achille e Pier Giacomo Castiglion­i, 1962, per Flos (in questa foto). Tre...
In camera, il letto in noce è un progetto di Annabelle per Vica. Sopra, opera a specchio Untitled, 2011 dell’artista francese Alessandro Diaz de Santillana. Piantana Toio, design Achille e Pier Giacomo Castiglion­i, 1962, per Flos (in questa foto). Tre...
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