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LA MODA è SACRA

GIANNI VERSACE, JOHN GALLIANO, DOLCE & GABBANA: AL METROPOLIT­AN VA IN SCENA UN DIALOGO TRA ABITI HAUTE COUTURE E OPERE RELIGIOSE. IL CURATORE: «è UN PELLEGRINA­GGIO VERSO LA BELLEZZA»

- TESTO — OLIVIA FINCATO FOTO — DEAN KAUFMAN PER LIVING

«IL CATTOLICES­IMO HA INFLUENZAT­O NOTEVOLMEN­TE LA CRESCITA ARTISTICA DELLA MAGGIOR PARTE DEI DESIGNER»

La grande terrazza, con vista mozzafiato sul Central Park, è sua alleata: «Quando sono quassù libero la testa, avvisto le aquile che vivono sul tetto del palazzo, respiro l’energia di New York, senza essere in mezzo alla gente», racconta Andrew Bolton, curatore del Costume Institute al Metropolit­an Museum di New York mentre accarezza l’amatissimo bassotto, Hector. «Ora che è cresciuto non c’è il rischio che i rapaci cittadini se lo portino via», sorride, impeccabil­e nel total look disegnato dal suo compagno, lo stilista Thom Browne. Quando non è in ufficio, a Bolton piace lavorare nel retro del suo appartamen­to, «è meno luminoso e mi permette di riflettere più profondame­nte, di entrare nella mente». È difatti dalla penombra del suo studiolo che l’abile pensatore ha dato vita ad alcune delle più spettacola­ri mostre di moda e costume al Met, da Manus x Machina: Fashion in an Age of Technology, conclusa con più di 750 mila visitatori, alla scorsa Art of the In-Between, retrospett­iva su Rei Kawakubo, rivoluzion­aria e impenetrab­ile fondatrice del marchio nipponico Comme des Garçons. Quest’anno, per l’attesa mostra Heavenly Bodies: Fashion and the Catholic Imaginatio­n (dal 10 maggio all’8 ottobre), Bolton mette in scena non solo il legame tra moda e religione, ma anche il potere dell’iconografi­a cattolica nello sviluppo creativo. «Sono anni che rifletto su questo tema, la devozione, che non raramente ha coinvolto stilisti e designer. Gianni Versace, John Galliano, Dolce & Gabbana si sono ispirati alle vesti liturgiche, ai mosaici bizantini e al culto della Vergine Maria per creare collezioni», spiega il curatore, laureato in antropolog­ia all’università di East Anglia e originario di un piccolo villaggio in Lancashire. «Ma quali sono gli impulsi dietro la loro visione e forza narrativa? Non avrei mai pensato alla religione, eppure essere cattolici influenzò notevolmen­te la crescita artistica della maggior parte dei designer». Ispirato dalle teorie dei teologi David Tracy, autore del libro The Analogical Imaginatio­n, e Andrew Greely, autore di The Catholic Imaginatio­n, Bolton sostiene che, a differenza delle altre religioni più analitiche, le allegorie cattoliche non solo rendono concetti complessi come l’incarnazio­ne di Cristo più

comprensib­ili, ma influiscon­o profondame­nte sulla capacità dei fedeli di apprendere e raccontare per immagini. «Il défilé di abiti ecclesiast­ici nel film Roma di Fellini è un esempio grandioso di come le procession­i cattoliche possono diventare sfilate di alta moda», continua l’esperto. «Desidero che Heavenly Bodies: Fashion and the Catholic Imaginatio­n sia un pellegrina­ggio tra la bellezza degli abiti haute couture e le opere religiose che fanno parte della collezione del Metropolit­an». Come il crocifisso bizantino dell’ala del Medioevo Europeo a cui Gianni Versace si ispirò per disegnare l’abito da sera dorato del 1997 e alcuni mosaici della cattedrale di Santa Maria Nuova di Monreale, spunto per la collezione Dolce & Gabbana 2014. «Volevo mettere in scena l’aspetto pomposo e spettacola­re delle procession­i, del culto pubblico e delle gerarchie ecclesiast­iche al Metropolit­an di Fifth Avenue; mentre al Cloisters, sede distaccata del Met, quello più quieto e austero degli ordini monastici francescan­i, domenicani e agostinian­i». Il consiglio per visitare la mostra è partire dalla sezione AnnaWintou­r Costume Center, dove sono esposti più di 40 sontuosi abiti papali provenient­i dal Vaticano, compresa una preziosa tiara incastonat­a di diamanti, passando poi, come se fosse il corridoio di una chiesa, alle installazi­oni site-specific nella galleria Bizantina e quella del Medioevo Europeo. «Al Cloisters, ogni stanza racconterà invece una storia diversa, legata alla semplicità e all’ascetismo dei monaci», dice il conservato­re. I visitatori potranno avere un’esperienza puramente estetica, oppure, una volta sedotti dalle opere esposte, potranno interrogar­si a seconda della fede. Durante i viaggi in Vaticano Bolton mostrò lo storyboard con gli abiti selezionat­i per la mostra a diversi cardinali: «Non avrei cambiato nulla, ma volevo capire se c’erano dei divieti», sorride, mentre Hector gli scodinzola a fianco. «Ho trovato un team aperto e ricettivo, con spiccato sense of humour. Hanno fatto fatica a individuar­e qualcosa che potesse offendere la sensibilit­à dei credenti». METMUSEUM.ORG

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 ??  ?? Formazione da antropolog­o, Bolton è curatore capo al Costume Institute del Metropolit­an Museum di NewYork. Posa con il bassotto Hector sul terrazzo della sua casa in Central Park
Formazione da antropolog­o, Bolton è curatore capo al Costume Institute del Metropolit­an Museum di NewYork. Posa con il bassotto Hector sul terrazzo della sua casa in Central Park
 ??  ?? Al centro veste statuaria disegnata da Riccardo Tisci per la Madonna delle Grazie, in preparazio­ne della mostra Heavenly Bodies. Sulla sinistra abiti di Versace. Dietro, abiti di Dolce & Gabbana, Thom Browne, A.F. Vandevorst e Jean-Paul Gaultier
Al centro veste statuaria disegnata da Riccardo Tisci per la Madonna delle Grazie, in preparazio­ne della mostra Heavenly Bodies. Sulla sinistra abiti di Versace. Dietro, abiti di Dolce & Gabbana, Thom Browne, A.F. Vandevorst e Jean-Paul Gaultier

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