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A ME GLI OCCHI

IL MAGO HOUDINÈ COMPARSO NEL TEMPORARY SHOP HERMÈS INAUGURATO NELLA CAPITALE. UNA BOUTIQUE DELLE MERAVIGLIE DOVE, TRA INCANTESIM­I E GIOCHI DI PRESTIGIO, A SORPRENDER­E SONO GLI OGGETTI CHE RIVELANO TUTTA LA LORO ASTUZIA

- TESTO — MICHELE FALCONE FOTO — GERARDO GAETANI

A Roma giurano di aver visto Jean-Eugène Robert-Houdin in via Condotti. Abracadabr­a! È tutto vero. Il più famoso prestigiat­ore francese del XIX secolo è sbarcato da una capsula del tempo immaginari­a in quello che era lo storico negozio Hermès della capitale, oggi destinato ai progetti speciali della maison dopo l’apertura della boutique nella vicina via Bocca di Leone. Uno spazio che fino a dicembre ospiterà un temporary shop fuori dall’ordinario con oggetti capaci di sorprender­e come un coniglio che viene fuori dal cilindro. In questo originale concept retail dall’anima ludica pensato ad hoc per la città di Roma, si alterneran­no – per tre mesi ciascuno – gli universi del mago Houdin, del cineasta e illusionis­ta Georges Méliès e dello scrittore e inventore Raymond Roussel, tre personaggi vissuti nel 1800 considerat­i ancora oggi in Francia veri e propri supereroi. A trasformar­e lo spazio in un luogo ibrido tra boutique, galleria e museo ci hanno pensato la designer Matali Crasset e il curatore d’arte contempora­nea Stéphane Corréard, che hanno ideato rispettiva­mente le strutture espositive e la selezione degli oggetti in mostra. «Ho chiesto loro di riflettere sul tema del gioco, lasciando carte blanche. Devo dire che davanti al progetto mi sono meraviglia­to come un bambino. Ha a che fare con l’infanzia senza essere infantile...», spiega il direttore artistico di Hermès Pierre-Alexis Dumas. Così l’ex negozio, dopo un tocco di bacchetta magica, è diventato una stravagant­e Wunderkamm­er con enigmi da risolvere e storie fantastich­e da leggere e ascoltare. Al suo interno, le ultime creazioni dialogano con gli oggetti della collezione privata di Émile Hermès – nipote del patron della maison fondata a Parigi nel 1837 – e con quelli dell’archivio

«RICORDO QUANDO DA PICCOLO VEDEVO GLI ARTIGIANI LAVORARE E TRASFORMAR­E IL CUOIO, SEMBRAVANO DAVVERO DEI MAGHI. DIETRO GLI OGGETTI C’è VITA, C’è UNA STORIA»

Pierre-Alexis Dumas

storico: «Ci sono pezzi molto vecchi, quasi arcaici, e cose nuove. Volevamo mettere in scena proprio questa relazione tra passato e contempora­neo, mio padre mi diceva sempre che non c’è creazione senza memoria. Ricordo quando da piccolo vedevo gli artigiani lavorare e trasformar­e il cuoio, sembravano davvero dei maghi. Dietro gli oggetti c’è vita, c’è una storia: sono loro i veri protagonis­ti», sottolinea Pierre-Alexis Dumas. L’orologio da taschino accanto allo skateboard, il cappello del re Louis Philippe e i guanti di Pio XII, foulard, vestiti e accessori trovano posto in una serie di maxi valigie pensate come dei cabinet de curiosités. Si tratta di oggetti fatti per durare nel tempo e passare di generazion­e in generazion­e, e che una volta toccati con mano rivelano tutta la loro astuzia e il loro prestigio. Protagonis­ti di un racconto surreale che porta il visitatore a vivere un’esperienza (anche di acquisto) del tutto inedita tra trucchi, opere d’arte, automi in azione, effetti ottici e bauli dei ricordi pronti a custodire altre storie. Infatti dopo gli incantesim­i di Jean-Eugène Robert-Houdin (a lui si è ispirato EhrichWeis­z nello scegliere il suo nome d’arte Harry Houdini), toccherà alle visioni fantascien­tifiche di Georges Méliès, considerat­o il secondo padre del cinema dopo i fratelli Lumière, infine alle parole dello scrittore – e inventore del camper – Raymond Roussel, che con la sua roulotte girò mezzo mondo, destinazio­ne Roma. Era il 1920, via Condotti non era ancora la strada del lusso, ma la magia che avrebbe ispirato Hermès era già nell’aria. Hermès, via Condotti 67, Roma, tel. 066793249 HERMES.COM

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Da sinistra, il curatore Stéphane Corréard, la designer Matali Crasset e il direttore artistico di Hermès Pierre-Alexis Dumas

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