COLPO DI SCENA
NEL NUOVO QUARTIER GENERALE DI LAVAZZA APRE IL RISTORANTE ‘CONDIVIDERE’. CONCEPT DELLO CHEF MOLECOLARE FERRAN ADRIÀ, CUCINA SOCIAL E ALLESTIMENTO DA OSCAR
«Lo sa che il cibo è solo il quarto motivo per cui una persona va al ristorante?», esordisce Ferran Adrià. «Lo dimostra uno studio parigino. Prima ci sono gentilezza, qualità del servizio e decorazioni d’interni. Aprire un locale oggigiorno è l’attività più complicata che ci sia. Anche i posti più fortunati hanno una durata media di cinque anni». Da quando ha chiuso elBulli, nel 2011, e appeso il grembiule al chiodo, lo chef inventore della cucina molecolare, inserito da Time nella classifica dei cento uomini più influenti al mondo, guarda la gastronomia da altre angolazioni. Non sorprende, dunque, trovarlo nel ruolo di ‘stratega’ per Lavazza, la multinazionale del caffè che lo scorso aprile ha inaugurato a Torino il nuovo centro direzionale firmato Cino Zucchi Architetti. Un progetto da 120 milioni di euro per 30mila metri quadrati nel quartiere Aurora, dove l’architetto milanese ha ripescato dalla memoria e dall’abbandono l’impianto dell’ex centrale dell’Enel, la prima a portare la luce in città. Proprio in uno degli edifici storici, Adrià ha lavorato al concept di Condividere, che
«HO IMMAGINATO UN AMBIENTE DOVE SI MANGIA TUTTI ASSIEME, COME UN PRANZO SUL SET»
Dante Ferretti
aprirà al pubblico il prossimo 8 giugno. «Più che un ristorante, una trattoria gastronomica sociale. Un format ancora poco diffuso in Italia, incentrato sull’idea di condividere, appunto. Mangiare bene è importante, ma la cena non può essere solo un’esperienza formale, deve diventare divertimento, scambio, comunicazione». Il concept è in linea con la filosofia di Tickets, il locale del fratello Albert a Barcellona, che serve tapas gourmet in un ambiente ‘democratico’, quasi circense. Anzi cinematografico. «Il ristorante è come il set di un film», rilancia Adrià. E allora se di questo si tratta, perché non coinvolgere il premio Oscar Dante Ferretti che per Scorsese e Tim Burton ha costruito mondi memorabili. «Inventare i sogni è il mio mestiere», dice lo scenografo. «In questo
mi sento molto felliniano. Mi piace tutto quello che materializza le visioni, senza cercare la perfezione, ma reinventando la realtà». Qui abbiamo una fabbrica, con tubi e ingranaggi come da copione, che a tratti diventa un luogo artistico: per i graffiti cartoon e i pizzi di metallo che trasformano il re dei materiali industriali in un ornato barocco. Come ha fatto? «Sa, nella mia carriera ho progettato tanti di quei ristoranti finti, che farne uno vero non è poi così diverso. Ho dovuto solo pensare a qualcosa di impattante, che impressionasse, e visto che il tempo è la vera ricchezza del Ventunesimo secolo mi sono concentrato sugli orologi». Che scandiscono i minuti, sì, e anche i due ambienti dove prende vita la cena itinerante: i piatti salati, infatti, si consumano nella prima sala, dolci e caffè nella seconda. Mentre in cucina c’è il giovane Federico Zanasi – già sous chef di Moreno Cedroni – addestrato per due anni dallo stesso Adrià sulla storia della cucina italiana. Scoperte? «C’è solo una varietà di Plin». Per ora. L Nuvola Lavazza, via Bologna 32, Torino LAVAZZA. IT
«PRIMA DEL CIBO, IN UN RISTORANTE CONTANO GENTILEZZA, SERVIZIO E DESIGN DEGLI INTERNI »
Ferran Adrià