THAT’S AMORE
«I FIORI DA SOLI NON FANNO NULLA». QUELLO CHE CONTA PER IL PAESAGGISTA ITALIANO è IL DESIGN. E LA PAZIENZA DI ASPETTARE CHE IL PROGETTO SI ARRENDA ALLA NATURA
Il 2019 rischia di essere l’anno d’oro per Luciano Giubbilei. In rapida successione completerà: il suo primo parco pubblico al Castello di Raby (Nord dell’Inghilterra) ritagliato tra monumentali siepi di tasso vecchie di trecento anni; un notevole progetto coeso che raggrupperà tanti piccoli appezzamenti di una fondazione privata a Dallas; una tenuta tra i vigneti ondulati di Formentera; una residenza per artisti ceramisti a Maiorca che vuole favorire il dialogo tra creativi e, perché no, arricchire il suo pensiero verde. E poi, a settembre, darà il cambio a Piet Oudolf nell’allestimento di piazza Vecchia per il festival del Paesaggio di Bergamo, «portando il bosco e il sottobosco in città». Installato a Londra dal 1997, dopo la laurea alla Inchbald School of Design, Giubbilei si contende con i colleghi inglesi Dan Pearson, Tom Stuart-Smith e Andy Sturgeon la scena del gardening europeo. Con la differenza che Giubbilei è toscano e si porta dietro la grande tradizione del giardino rinascimentale all’italiana. «Loro sono nati e cresciuti in campagna, io vengo