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Tra gli interni opulenti del Fisher Building c’è Pot+Box, una mini boutique di fiori. L’equilibrio tra l’intimità di quell’angolo fiorito e la grandiosit­à dell’architettu­ra di Albert Kahn è inaspettat­o, trasforma l’emblema della Motor City in un edificio ‘umano’. Ispirata dall’arte immersiva di Yayoi Kusama e dalle installazi­oni di Christo e Jeanne-Claude, la fondatrice di Pot+Box, Lisa Waud, crea opere floreali che «danno conforto, catturano il pubblico, lo portano in un non-luogo. Una via di fuga attraverso l’arte botanica». Pochi isolati più a sud, nel cuore di Midtown, la designer Roslyn Karamoko con il suo concept store – e l’omonima etichetta – Détroit Is The New Black partecipa alla trasformaz­ione della città con un messaggio positivo. «Detroit è pronta a iniziare il prossimo capitolo della sua vita. La gente vuole che le cose accadano, non aspetta più che succedano», spiega. «Con Détroit Is The New Black voglio stimolare la diversità culturale e l’inclusione, affrontand­o temi caldi come l’equità sociale e economica», tra una curiosa selezione di oggetti per la casa, gioielli, prodotti per la cura personale. Grazie al format flessibile, il negozio funge infatti da spazio rotante per una densa programmaz­ione di mostre d’arte e da incubator per designer locali, artisti e artigiani che cercano un posto dove farsi conoscere. A proposito di locals, tra i grandi capannoni industrial­i di Riverside, quartiere affacciato all’East River, è possibile trovare negozi con prodotti made in Michigan. Da The Detroit Mercantile Co., mecca del vintage americano, ci si perde tra abiti d’antan, oggettisti­ca ricercata, libri preziosi e vinili introvabil­i.

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