8 CRISTINA CELESTINO
La designer e il suo rapporto con il Salone tra passato e presente
Abbiamo incontrato Cristina a ridosso del Salone del Mobile per farci raccontare di più sulla sua carriera e la sua rapida ascesa internazionale.
Durante la conferenza stampa di presentazione della 60° del Salone del Mobile sei stata chiamata come designer emblema del Salone Satellite, che quest’anno festeggia il 23° compleanno. Cosa ricordi della tua edizione?
Il Salone Satellite ha segnato il mio debutto ufficiale nel design – era il 2012 – sono trascorsi 10 anni. Fino a quel momento mi ero dedicata all’architettura e il design era solamente una passione nella quale non mi ero mai veramente cimentata. Ho deciso di mettermi alla prova: ho presentato al pubblico una serie di accessori in vetro, di piccoli arredi e lampade. Ho seguito tutto l’aspetto produttivo dei pezzi, compresa la loro presentazione al pubblico e alla stampa. Ancora oggi per me partecipare al Salone Satellite è stata un’esperienza molto positiva, di confronto e soprattutto di maturazione personale.
In che modo ha lanciato la tua carriera?
Da allora è stato un moltiplicarsi di incarichi e di progetti, che hanno comportato da un lato molto lavoro, ma anche una crescita delle mie competenze, con uno sviluppo del mio ufficio e un aumento dei miei collaboratori.
Non posso dire che esista un momento specifico di lancio della mia “carriera”, ma posso individuare alcune esperienze fondamentali, come la direzione creativa con Botteganove, la prima collaborazione che mi ha permesso di progettare non solo un prodotto, ma una visione legata ad un progetto imprenditoriale. E poi sicuramente la collezione disegnata per Fendi e presentata al Design Miami 2016: è stata veramente importante nel mio percorso, sia perchè ho avuto la possibilità di lavorare a una intera collezione di arredi, seguendone lo sviluppo e la presentazione, sia per la risonanza internazionale che il progetto ha avuto.
Cosa auguri a chi quest’anno parteciperà alla manifestazione?
Più che un augurio, mi sento di dare un consiglio: è un’esperienza da prendere con serietà e la giusta maturità. È un’opportunità unica per affrontare il lavoro del designer a 360 gradi: dalla fase proget
Designer, architetto, art director, fondatrice di Attico Design, quante anime ha Cristina? E quale fil rouge le tiene insieme?
tuale a quella realizzativa e di produzione, dagli scatti del prodotto alla relazione diretta con il pubblico e gli addetti del settore.
È un momento cruciale per la propria carriera e crescita e non può essere presa alla leggera.
Il mio modo di affrontare i diversi prgetti, a diversa scala, è sempre lo stesso: con impegno, serietà e passione. Tutti i progetti nascono dal dialogo e dalle relazioni: con i clienti, con i fornitori, con chi si occupa degli aspetti commerciali. Ogni progetto è un processo molto lungo e complesso, dove ogni attore ha un ruolo fondamentale, ed il compito del progettista è tenere tutte le suggestioni insieme e dare una storia, un’identità al prodotto o al progetto di interni, che raccontino tutto questo.
Quale aspetto del tuo lavoro ti appassiona di più?
Il lavoro occupa la maggior parte del mio tempo, ma non mi pesa, è pura passione per me. Mi incuriosiscono tutti i progetti, dalla piccola alla grande scala, dal collaborare con aziende leader a piccole realtà di nicchia. Questa sorta di transdisciplinareità è alla base del mio lavoro.
Quest’anno parteciperai al Salone del Mobile come art director per Fornace Brioni, ma non solo, giusto?
Dal 2016 ci occupiamo della direzione creativa di Fornace Brioni. I nuovi rivestimenti che presenteremo vanno a convivere con le collezioni già progettate, in un intervento che rappresenta il risultato formale delle personali reinterpretazioni del cotto attraverso la lente della storia, generando nuovi codici ed insolite topografie domestiche.
Sempre nel campo dei rivestimenti, presento il progetto di rivestimenti “Abaco Celeste” disegnato per Giovanni De Maio, storica azienda di ceramica Vietrese.
Presenterò inoltre nuovi arredi per diverse aziende, alcune sono collaborazioni già avviate come con Billiani e Pianca. Altre nuove, come con Moooi, Gervasoni ed Etel, marchio brasiliano per cui ho disegnato una collezione di arredi dal nome Panorama.
Per Kaldewei e Vogue Germania, abbiamo progettato uno spazio ispirato ad un nuovo concept della zona bagno, Bathscape.
Cosa ti aspetti da questo evento?
Sarà un momento molto importante per Milano, per il design e le aziende: una ripartenza. Penso che la vera ripartenza sia un processo a cui tutti stiamo già lavorando, con un cambio di mentalità, cercando di interpretare nuove esigenze e nuovi modi di vivere. Sarà un percorso, una bella occasione per incontrarsi e fare il punto su una situazione in divenire.
X @cristinacelestino, cristinacelestino.com