Progettare la luce
Selina Bertola, fondatrice di Nomade Architettura, ci racconta come si costruisce l’atmosfera di una casa.
siamo nello studio Nomade Archittetura di Selina Bertola, per intervistarla sul suo metodo progettuale e sulle sue preferenze in termini di design e arredo.
ANGELICA DI VIRGILIO: Un appartamento, prima ancora di diventare “casa”, è una tela bianca, è il campo delle potenzialità. In questa primissima fase da cosa ti lasci ispirare? Quali sono gli elementi che entrano in gioco per trasformare il vuoto in una “casa”?
SELINA BERTOLA: Noi come studio lavoriamo quasi essenzialmente nell’ambito delle ristrutturazioni e trasformazioni architettoniche. Questo significa che andiamo a interagire con una preesistenza; per cui giocano un ruolo molto importante, nella fase iniziale del progetto, la storia dello spazio, le sue caratteristiche formali e materiche, la luce e tutte quelle componenti che servono a definirne l’identità. Quindi ci piace cogliere questi aspetti e dove è possibile enfatizzarli. Dall’altro lato, dovendo trasformare uno spazio vuoto in una casa, ascoltiamo il cliente cercando di capire chi è, quali sono le sue abitudini, le sue aspettative, i suoi desideri, quale idea di casa ha per se e quale uso ne farà. Quindi, tornando alla domanda, l’ispirazione iniziale nasce per noi dal mix di questi due elementi: la personalità dell’architettura preesistente e di chi poi la vivrà.
ADV: Le tue case hanno sempre un gusto, un’atmosfera familiare che le rende vive proiettando il committente nella sua futura vita. Cosa significare per te progettare un’atmosfera e come si realizza?
SB: La sensazione familiare la costruisce per forza di cose il committente con le sue abitudini. Noi siamo ben consci di questo per cui disegniamo case belle ma che non siano eccessivamente progettate, dettagliate in ogni più piccolo aspetto, perfette per essere fotografate ma incapaci di accogliere la vita vera. Progettiamo a priori cioè quel grado di libertà che consente a chi vivrà la casa di poterla personalizzare. Questo approccio comporta uno sforzo in più da parte nostra: da un lato lo sforzo di non imporre la nostra personalità, rispettando appunto quella del cliente, e dall’altro cercare di predisporre tutto un sistema di arredi in grado di rispondere al vissuto reale delle persone ma che siano coerenti con concept generale dell’ambiente. Per cui già in fase iniziale, a seconda del tipo di cliente, progettiamo librerie, mensole o quant’altro possa accoglieranno gli oggetti e i ricordi del cliente.
ADV: La scelta degli arredi, dei mobili, dei complementi, delle luci ecc, che ruolo riveste?
SB: Abbiamo un processo progettuale, che personalizziamo a seconda del committente, ma che nei suoi capisaldi rimane invariato e che applichiamo di volta in volta. All’inizio, una volta capiti gli elementi ispirazionali, persone e preesistenza, creiamo un concept generale che è un insieme di riferimenti, mood, materiali, sensazioni che rappresenta il cuore del progetto. È il primo passo che ci consente poi di prendere mano a mano le diverse scelte fino ad arrivare al risultato finale. Gli arredi entrano in questo processo decisionale come ultima fase ma rispondono al concept iniziale per cui sono la conseguenza lineare di scelte precedenti. Se ad esempio abbiamo pensato una casa lineare, pulita, dall’ambiente chiaro, allora opteremo per alcuni arredi colorati che diano un accento all’insieme; al contrario abbiamo giocato con tonalità più accese sulle pareti o sugli arredi su misura, allora opteremo per componenti più neutri. C’è sempre un equilibrio intrinseco in ogni nostro progetto e l’arredamento ne è la stretta conseguenza.
ADV: È quindi una questione di armonia. Riuscite a creare un fil rouge anche quando il cliente ha degli arredi preesistenti?
SB: Se un cliente decide di portare nella nuova casa mobili di sua proprietà è perché solitamente hanno un valore affettivo, hanno una loro storia, oppure è in linea con la sua personalità. Quindi entrano per forza di cose in quel processo di ascolto di cui ti parlavo
prima, contribuiscono cioè a definire chi è la persona che hai davanti. Prendere in considerazione l’arredamento preesistente, guardarlo, studiarlo contribuisce quindi a creare il concept iniziale del progetto. E nell’idea di equilibrio generale, possiamo decidere di percorrere due tipi di strada: o accompagniamo con il nostro disegno gli elementi preesistenti creando un progetto che risponda alle sue caratteristiche oppure procediamo al contrario, progettando un ambiente più contemporaneo in grado di far risaltare quel singolo elemento.
ADV: Nella scelta dei nuovi componenti, degli arredi come procedete?
SB: Accompagniamo senza dubbio il cliente nella scelta di tutti gli arredi di serie, cioè non progettati da noi. Nella fase finale prepariamo per il cliente una serie di presentazioni con i mobili e le luci pensate stanza per stanza in modo tale che possa avere un’idea concreta del risultato finale e al tempo stesso possa contribuire nel processo decisionale conclusivo. Solitamente siamo in grado di capire i gusti del committente per cui la selezione è lineare e armonica, ma sicuramente rimane un ultimo momento di confronto importante.
ADV: Quale elemento di design in una casa non dovrebbe mancare mai per renderla veramente accogliente? Cosa consigli a un cliente che vuole investire su pezzo di design?
SB: Uno degli elementi che io amo e prediligo sono le lampade. Credo realmente che la scelta giusta delle luci possa fare la differenza in un ambiente o in una stanza. Spesso suggeriamo, a parità di budget, di optare per un divano meno costoso ma investire su una luce di design capace di incidere sull’atmosfera di una casa molto più di quanto si creda.
ADV: La domanda è d’obbligo. Quale designer ami particolarmente?
SB: Castiglioni. Amo tutto ciò che progettato Achille. Conosco la storia di ogni suo prodotto, il processo creativo, il perché di certe scelte. Quindi inevitabilmente trasmetto questo amore ai miei clienti, proponendo quando posso un suo pezzo in ogni casa. La cosa bella è che, a differenza di ciò che si creda, non tutte le sue lampade sono eccessivamente costose o inarrivabili per la maggior parte dei budget. Pensa alla Parentesi: noi la proponiamo spesso perché è bellissima, è iconica, illumina in modo che poche altri sistemi similari riescono a fare, è flessibile, adatta a qualsiasi ambiente e non è costosa, anzi.
ADV: I tuoi progetti residenziali, come abbiamo detto, hanno
Le nostre case sono la costruzione di un racconto mai del tutto finito, ma sempre pronto a inglobare la storia di chi vi abiterà.
sempre un equilibrio, che potrei definire elegante e raffinato, capace di dialogare con il carattere della casa esaltandolo. Eppure, se guardo casa tua, Cescolina2, si muove in una direzione completamente opposta. È sicuramente un progetto eclettico…
SB: Può sembrare apparentemente un cambio di tendenza ma in realtà non lo è. Come ti dicevo ogni mio progetto risponde a una preesistenza e nel caso del mio loft mi sono confrontata con un ambiente già largamente progettato con una forte personalità. Inoltre pur divisa su diversi livelli è completamente permeabile alla vista, lo sguardo si muove liberamente da un ambiente a un altro e poi e inondata di luce naturale. Questa caratteristica intrinseca mi ha fatto innamorare della casa e dall’altro ha ispirato il suo progetto: dove se non qui avrei potuto osare con un disegno che esprimesse appieno il suo potenziale, mi sono detta. Inoltre oltre alla personalità dell’ambiente, decisamente inusuale e fuori dagli schemi, c’è da considerare la mia personalità ma anche quella di mio marito, come del resto dichiara il nome della casa, fusione dei nostri nomi. Ecco allora che Cescolina2 è un’esplosione di luce, di colore, di oggetti, carica e densa della storia del loft ma anche della nostra storia e dei nostri figli. Pur composta da diversi ambienti separati tra loro, non c’è una porta a dividerli: allora quando l’abbiamo progettato, e uso il noi perché il progetto è stato condiviso con la mia famiglia, abbiamo immaginato questa casa come una città. Se pensi a un sistema urbano, è composta da diversi quartieri ognuno con le sue caratteristiche e sono proprio quelle caratteristiche a contribuire a costruire l’identità unica di una città. Allo stesso modo nasce casa mia: ogni spazio esprime se stesso, ha una sua cifra distintiva, composta da colori, parati, arredi, lampade e grazie alla propria unicità contribuisce come un tassello di un mosaico a costruire la personalità generale di Cescolina2
ADV: E allora Selina è per il Less is More o Less is Bore?
SB: D’istinto ti direi, Less is Bore, ma alla fine come già detto, è solo una questione di equilibrio e di trovare una via di mezzo tra questi due estremi.
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