Il colore nel paesaggio domestico
ELISABETTA GABRIELLI E MARGHERITA PARATI DI ARCHIGROUND CI RIVELANO COME GIOCARE CON I COLORI PER UN EFFETTO “WOW”!
Ci piace immaginare la casa come un ‘paesaggio’ che ospita le azioni quotidiane di chi lo abita e, al pari di questo, anche l’ambiente residenziale si compone di sfondo e figure che su di esso si stagliano, ovvero è formato di spazio e arredi. Il colore è ciò che aggiunge a questi elementi una componente emotiva. Identificare il principio regolatore che definisca il ‘come’ utilizzare il colore mentre si progetta è fondamentale per creare un concept d’interni chiaro e unitario. Non è una componente secondaria, ma è parte integrante dello spazio e delle sue funzioni. È questo il principio che abbiamo seguito, ad esempio nel recente progetto MO21: il piccolo monolocale a Milano è stato l’occasione per sperimentare in maniera libera e radicale l’uso del colore, applicandolo sia allo sfondo che alle figure di questo micro paesaggio. Partendo da un ambiente ridotto e necessariamente multifunzionale, abbiamo usato il colore per identificare sotto-ambiti all’interno della casa, dando a ciascuno un carattere distintivo.
Il giallo ocra contraddistingue il super-arredo a L che integra la kitchenette, il verde l’ambiente di ingresso, il grigio chiaro l’angolo relax. Profili neri segnano, come una linea marcata a china, il passaggio da una tonalità all’altra, imprimendo al monolocale uno stile un po’ retro.
Il colore è quindi uno strumento di progettazione potente che può accresce l’esperienza spaziale dei nostri gesti quotidiani. Dal punto di vista progettuale, importante è definire come lavorare sullo ‘sfondo’ del paesaggio domestico, scomponendolo in superfici e campiture.
Il bianco è il colore che amplia di più lo spazio. Una qualsiasi altra tonalità determina la percezione di una diminuzione delle distanze e si può applicare sulla parete di fondo di un ambiente lungo per ridurne la profondità. Colorando poi superfici adiacenti con tonalità diverse, il risultato sarà l’avvicinamento della superficie con il tono più scuro.
In questa visione non è da dimenticare il soffitto, che come diceva Gio Ponti ‘è il coperchio della stanza: è il suo cielo’. Non dobbiamo quindi aver paura di osare anche nel colorare il cielo: come per le pareti, utilizzare una tonalità intensa in maniera strategica a un soffitto particolarmente alto, contribuirà a riequilibrare le dimensioni generali di un ambiente.
Non solo sfondo: il lavoro cromatico si estende anche alle ‘figure’ che popolano il nostro paesaggio-casa. Gli arredi fissi sono architetture minime all’interno dei nostri spazi che collaborano a contrasto o in assonanza con le superfici a cui si ancorano. Gli arredi mobili e gli oggetti possono inserirsi come ‘folie’ in questo panorama. Per questi elementi la combinazione di colore e supporto materico è fondamentale. Affinché un arredo fisso possa integrarsi perfettamente con lo spazio, come nel caso del super-arredo del già citato progetto MO21, è preferibile lavorare con finiture laccate che permettono, a differenza dei laminati, la scelta precisa del colore della laccatura utilizzando codici NCS o R AL, gli stessi utilizzati per le tinteggiature di pareti e soffitti.
Sia che si tratti di sfondo che di figure, la selezione di tinte calde, fredde o neutre, o di colori accesi o tenui, è strettamente quindi legata al concept della casa e contribuisce a dare profondità all’esperienza che facciamo dello spazio. In base alla geometria degli ambienti e all’atmosfera che si vuole creare il colore può essere uno strumento di progettazione molto efficace.
“Non si deve temere di osare con i colori. Sfumature audaci e accese, se ben accostate, danno vita ad ambienti pop ma non per questo stancanti”