Figli, fidanzata, ex e altri disastri. RIFLESSIONI DI UN UOMO perso nel vasto mare degli affetti
ANCHE SE NON ERO D’ACCORDO, la mia compagna ha portato nostra figlia di otto anni a vedere l’ultimo Guerre stellari. Ciò che per la madre è un rito giocoso, per me è fonte di ansia: partita mesi fa, è esplosa ora, mentre aspetto il loro ritorno. Avevo letto che è uno degli episodi più violenti della saga; il punto non è la violenza, ma un altro: nostra figlia è entrata ormai nell’ottavo parallelo. Questo pericoloso intervallo temporale si è rivelato in tutta la sua forza dirompente. Ciò che la tocca, seduce e lascia un segno, da adesso (magari!) in poi, proviene dal mondo di fuori e da una mano invisibile, eclissando la mia influenza, le mitologie casalinghe, la mia... Sei la stessa identica persona di sempre, ma all’improvviso non basti più. Guardi indietro lei avanti. Eri stato proprio tu, forte di una terza paternità, ad annunciare l’avvicinarsi di quel momento in cui lanciare verso la Vita Grande è più importante della protezione. CHE COSA PUÒ VEDERE, ASCOLTARE UNA BAMBINA DI QUESTA ETÀ? Cosa può guardare ora che l’unico desiderio è guardare? Puoi prendertela in silenzio con i compagni di classe più sgamati. Dare pugni alle ombre, quindi. Meglio polemizzare: con la sua mamma, ovvio. Che Gli ultimi Jedi fosse in arrivo, lo si sapeva da tempo e ogni volta che ne abbiamo parlato, era per dire chi, tra noi due, possedesse la ricetta perché nostra figlia affrontasse la nuova età senza farsi male. Io me la sono presa con la violenza. Poi ho criticato la predominanza del fantasy rispetto alla realtà. Hanno letto di fila gli otto volumi di Harry Potter. La mia compagna, citando articoli e studi, ha insistito sul danno ben più grave provocato dagli stereotipi sul corpo femminile promossi dalla società, ecc. Ero stato io a farle vedere il video di Sofia di Alvaro Soler, con quel culo che scodinzola. E ho taciuto su Despacito. Stavo guardandolo - shorts, pance di fuori - con mia figlia quando è arrivato il fratello (al quinto anno di psicologia). Sembrava sorpreso. «Certe cose dovrebbe scoprirle con gli amici. Se gliele fai vedere tu, è come se le approvassi». Pochi giorni fa le ho posto la domanda. Le ho chiesto quale fosse stata la prima cosa che, su uno schermo, l’avesse colpita davvero. «È stato quando la maestra Sonia ci ha fatto vedere il video di Andiamo a comandare. J-Ax dice: Rovazzi! Ma che c... (dice proprio puntini) fai!? Non ce l’ha più fatto vedere». Sono tornato dal primogenito. Che deve fare un padre? Proteggere o preparare al mondo? «Prima una cosa, poi l’altra». E quando inizia il poi? Il sito Commonsensemedia.org spiega come affrontare Gli ultimi Jedi (e altri film) con i bambini. Apre interrogativi sui ruoli di genere, sulla differenza tra violenza psicologica, emotiva e parodistica. Leggo che la piccola sta assistendo a morti rappresentate in modo esplicito. Il sito invita ad affrontare scene così domandando: «Come ti sei sentita dopo averle viste?». A quel punto sono tornate. Hai avuto paura? «No». Nemmeno quando muore...? «Voleva morire, era vecchio». Ti sarai coperta gli occhi! «No». P. S. La notte successiva si è svegliata più volte, fatto raro. Malgrado i miei sforzi più ostinati, nel suo classico e incomprensibile balbettio, purtroppo non ho captato niente che somigliasse a Jedi, Sith o Luke.
«Che sia Star Wars o il video di Despacito, a otto anni tua figlia assorbe tutto. E a te padre tocca trovare la ricetta perché affronti la nuova età senza farsi male»