Incontri
UNA DONNA VULCANICA
Il makeup di Lucia Pica
« DIVENTERAI UNA STAR! » , Charlotte Tilbury dixit. La felice profezia di una delle più celebri makeup artist si è avverata: Lucia Pica è riuscita a conquistare la casa di rue Cambon diventando Chanel Global Creative Makeup and Color Designer. Donna luminosa (ha davvero gli occhi che brillano), abbraccia con lo sguardo - azzurro e vivacissimo - la persona che ha davanti. Ironica e gioiosa, alterna commenti in inglese a frasi in napoletano, sottolineando il suo cosmopolitismo. Risiede infatti a Londra da vent’anni ma è nata a Napoli, a cui ha dedicato la collezione primavera-estate 2018, chiamata, appunto, Neapolis. Quali sono i luoghi della sua città natale in cui si respira bellezza? Difficile dirlo. È una metropoli dove si sente un’energia diversa rispetto a ogni altro luogo dove ho vissuto. Quando ci si sveglia e davanti a noi ci sono il mare, il castello e il Vesuvio, subito si pensa: la vita vale la pena di essere vissuta. Proprio come cantava Pino Daniele, “basta ’na jurnata ’e sole”: la vera essenza di Napoli è tutta qui. È anche un luogo ricco di contraddizioni e misteri, per esempio la leggenda narra che a Posillipo sia nata la scuola di magia di Virgilio. Si sente ovunque la forte vibrazione del vulcano che dà agli abitanti un senso di incertezza perenne, forse per questo i napoletani hanno fatto dell’istintività e dell’improvvisazione la propria filosofia. Cosa le manca della sua città? La spontaneità, il fatto che non bisogna organizzarsi molto in anticipo, agenda alla mano, per andare a prendere un caffè con un amico. A Napoli le tradizioni sono molto presenti e c’è un forte senso di comunità. E poi c’è la sensazione che uscendo di casa la mattina non si sa mai come si svilupperà la giornata, perché non si è programmato niente. Quali aspetti del suo spirito mediterraneo ha portato a Chanel? L’autenticità. Le mie amiche mi dicono che sembro una bambina che gioca con i colori e si diverte. Naturalmente la mia professione è più complessa: ogni
Cristina Torlaschi
collezione è un progetto a sé stante, non mi piace essere statica. Ognuna si ispira a un travel journey, a un diario di viaggio, sensazioni che poi traduco in un moodboard. Da Chanel volevano una persona incontaminata, che portasse nuova energia. Per me non è soltanto un lavoro, ma un progetto di vita. Forse li ho conquistati così. Cosa invece l’ha influenzata del mondo anglosassone? A Londra c’è un grande senso di libertà di espressione e mi colpisce il modo di pensare fuori dagli schemi. Vivere qui è un’esperienza che mi ha aperto la mente. C’è sempre la sensazione che le cose possano succedere. Pensi allo streetstyle: nessuno si ferma a guardarti, l’eccentricità è accettata. Ci si sente non giudicati e quindi si è meno condizionati dal pensiero altrui. In Italia siamo più conformisti. È stata incoraggiata nel suo lavoro? Tante donne hanno creduto in me, una su tutte Charlotte Tilbury. Siamo diventate amiche, è piena di energia e talento e mi ha convinta che avrei potuto farcela. Avevo già però grande volontà e determinazione, oltre a una forte etica del lavoro trasmessa dai miei genitori. Ho sempre creduto nella mia passione, dentro di me sapevo che volevo fare la makeup artist. Qual è il futuro del makeup? Sicuramente la partita si giocherà sulle texture che saranno sempre più sofisticate e high tech, anche se non si potrà mai fare a meno dell’aspetto gioioso. Il presente, invece? Trasformare concetti astratti in qualcosa di pratico che metta in luce la bellezza delle donne. Sì, è proprio un bel viaggio... Incontri impossibili: cosa direbbe di lei Mademoiselle? Che paura! (ride). Ho sentito un racconto su Coco Chanel. Un giorno la cercavano ovunque e non la trovavano: era in una stanza a giocare con un trenino. Lei era così, aveva un’energia di fanciulla, unita a una grande determinazione. Spero che, conoscendomi, le sarei piaciuta...