Donne: creative, innovatrici, attente al pianeta e a un business spirituale
Tosta come seta
Se si chiedono a Marina Montini due aggettivi per definirsi, risponde: «Timida e testarda». A soli 32 anni, firma M. MT., collezione di foulard in seta dove fa tutto: disegna le fantasie, le fa stampare e vende le sue creazioni, di grande successo tra le giovani, direttamente dal suo account Instagram mmt_accessori (e online su Etsy). Fa talmente tutto che risparmia sulle modelle: in foto, ecco Marina col foulard Élise, annodato come un esotico turbante.
conosciamoci con calma
anche i flirt digitali hanno bisogno di tempo. la pensa così clémentine lalande: francese, 37 anni, ingegnere con un passato da consulente informatica. imponendosi in un mondo a prevalenza maschile, ha ideato once: È la prima app di slow dating pensata per le donne, cui garantire la privacy. e l’opportunità di conoscere meglio un eventuale partner.
nel segno dei pesci
È nata ad Alghero e il mare è da sempre il suo punto di riferimento. E al mare è tornata, dopo anni di lavoro nelle multinazionali. Oggi Francesca Oppia (sotto), 47 anni, dirige, con l’aiuto di una squadra al femminile, il Marine Stewardship Council (MSC) in Italia: un’organizzazione no-profit internazionale che promuove la “pesca sostenibile”. Che cosa significa, esattamente? Lasciare in mare una quantità di pesci sufficienti per riprodursi, evitare la pesca eccessiva e minimizzare l’impatto su flora e fauna: così, secondo un recente studio pubblicato su Nature, siamo ancora in tempo per riportare in salute gli oceani.
E come si fa a comprare pesce sostenibile? Basta scegliere prodotti con il marchio blu MSC: sono pescati da 350 aziende certificate di 34 paesi e venduti nei supermercati. La sua ricetta preferita? Adoro i piatti semplici come la fregola sarda con le vongole o i polpi. E comunque sia: più una pietanza sa di mare, più mi piace.
ARTE MARINA
elisa loretti È una giovane creativa toscana che ha lanciato m’eyeself: una linea di costumi, parei e foulard, tutti made in italy, da abbinare ai surf che ha decorato. prima di essere stampate, le fantasie sono dipinte a mano: «un’eredità della mia formazione culturale. infatti sono anche pittrice e laureata in storia dell’arte» (meyeself.it).
Luce naturale
Fin da piccola, Jasmin Castagnaro quando camminava nei boschi intorno a Bressanone, dove è nata, aveva un sogno: realizzare oggetti con le foglie. Oggi, a 32 anni, il suo sogno è realtà: Laab, che in dialetto sudtirolese significa proprio “fogliame”, è una collezione di lampade realizzate a mano soltanto con materiali recuperati dalla natura, incollati con resine biologiche. «Come designer, la mia visione è di creare oggetti che producano emozioni», dice Jasmin dal sito di Myuca Design Studio, il suo laboratorio creativo che ha deciso di fondare nel 2013.
UN BUSINESS SU CUI MEDITARE
Imprenditrice di se stessa, Farah Liz Pallaro ha inventato una professione che non c’era: la self care mentor, figura in grado di creare ponti tra affari e spiritualità nello spesso insidioso mondo della moda. E mette a disposizione strumenti di lavoro, pratiche di meditazione («non è una roba da fricchettoni») e consigli psicologici sulla sua piattaforma online farahlizpallaro.com. Torinese di nascita, cosmopolita per destino («seguivo il mio papà che lavorava in giro per il mondo»), vive a Firenze «per essere connessa col bello». Come si conciliano lo sciamanesimo e il buddismo con fatturati e vendite? L’industria della moda deve avere anima e concentrarsi di più sulle persone. Sia quelle che lavorano dentro un’azienda, sia i consumatori finali: lavorare su questi aspetti illumina di positività un mondo che si fonda sulle emozioni più che sulle reali necessità. Così formo quelli che chiamo fashion light worker. Cosa devono fare le ditte, che ancora non fanno, in termini spirituali? Unire gli obiettivi al benessere interiore: puoi fare gli abiti più sostenibili del mondo, ma se tratti male i tuoi dipendenti non avrai il successo sperato. Come prevede sarà la moda post-pandemica?
Più autentica: si salveranno le firme più flessibili, veloci ed empatiche. Ora c’è più spazio per gli indipendenti.
In due c’è più gusto
La storia di Sayaka Kaneko, giapponese, e Charlotte Sitbon, francese, nasce come amicizia. Ma poi il sodalizio si è trasformato in lavoro. O meglio in arte, come sostengono le due giovani chef, ora note come il Duo Balbosté. Hanno unito le loro culture e realizzato magnifici finger food di design. Prima cucinavano solo per i catering (hanno lavorato per case di moda e di beauty). Ora, da metà luglio, aprono in rue de L’Échiquier a Parigi anche la loro prima boutique-atelier.