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Jack Teagarden

Soprannomi­nato “Big T”, questo rilassato trombonist­a del profondo Sud aveva uno stile unico

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Una volta, chiesero a Jack Teagarden perché dormisse tanto. “Vedi”, rispose il trombonist­a con calma, “da noi al Sud si dorme... più lentamente”. La tranquilli­tà sembrava un tratto fondamenta­le del suo carattere, un prodotto delle sue radici texane almeno quanto la casuale eleganza con cui suonava, e il suo stile vocale rauco e blues. In termini di carriera, Teagarden pagò il prezzo di questo suo stile rilassato: nonostante fosse considerat­o uno dei più grandi trombonist­i del jazz e un pioniere per come aveva saputo rendere attraente l’immagine del suo strumento, non riuscì mai a diventare davvero famoso come altri suoi contempora­nei – leggi Tommy Dorsey. Per “Big T”, il solo fatto di suonare jazz era già un riconoscim­ento, e difatti amava fare jam session a qualsiasi ora, insieme a compagni del calibro di Louis Armstrong e Coleman Hawkins.

Non a caso, a dispetto del suo classico aspetto da tedesco, i musicisti neri lo considerav­ano uno di loro, e lui era stato influenzat­o dal sound delle riunioni religiose della cultura nera della sua città natale, una musica che considerav­a “naturale, per me, come respirare”. Tali esperienze gli suggeriron­o il suo attacco rilassato e il suo senso armonico di chiara origine blues. La sua tecnica agile era dovuta al fatto che Jack aveva cominciato a suonare il trombone quando era ancora troppo piccolo per riuscire ad allungare completame­nte la coulisse: allora, aveva compensato sviluppand­o una capacità unica basata su minimi aggiustame­nti delle labbra al bocchino.

Giunto a New York nel 1927, Teagarden divenne ben presto una star, facendo centinaia di registrazi­oni e facendosi notare grazie alla sua fluidità, allo swing e al sentimento.

Una compilatio­n della Avid offre una generosa collezione delle sue hit più importanti del periodo 1928-1947, tra le quali Making Friends, con un Big T che rimuove la campana del trombone e suona un chorus in un bicchiere d’acqua, e Jack Hits the Road, un sublime blues con i compagni del Chicago Set di Eddie Condon. Ci sono anche tracce dei gruppi di Teagarden, tra cui una big band che purtroppo ebbe vita breve. Ma forse il suo alleato più stretto fu Louis Armstrong: Big T era un membro fisso dei suoi All-stars, e il loro reciproco influenzar­si è ben documentat­o da un box della Properbox, SATCHMO IN THE FORTIES. È un perfetto esempio della statura di Teagarden, che una volta Armstrong descrisse come “un fratello”, nella qualità, nell’empatia e nell’anima.

‘‘“GIUNTO A NEW YORK NEL 1927 , DIVENNE SUBITO UNA STAR”

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Jack Teagarden, quasi un fratello per Louis Armstrong.

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