« Tranquilli, noi non creiamo baby mostri »
«I concorrenti di Junior Masterchef non si atteggiano a personaggi come gli adulti. E non fanno mappazzoni », dice Bruno Barbieri. Che si racconta e svela: «Sono innamorato»
Bruno Barbieri, ma i mappazzoni peggiori a Masterchef li fanno i grandi o i piccoli?
« I grandi, senza dubbio. Perché vede, il problema degli adulti è che a un certo punto incominciano a fare tv, fanno i personaggi, aspettano la telecamera, pensano a fare la battuta e non a cucinare. E noi li eliminiamo. I ragazzi invece sono più seri, pensano a cucinare e non a fare i fenomeni». Il nemico giurato dei mappazzoni è pronto. Bruno Barbieri, chef star e giudice di Masterchef, sta per passare ai fornelli di Junior Masterchef, sempre su Sky Uno: dal 15 aprile assieme a Lidia Bastianich, mamma di Joe, e Alessandro Borghese, giudicherà 14 aspiranti cuochi dagli otto ai 13 anni. Prima di occuparci dei piccoli, però, Barbieri ha qualche sassolino da togliersi dalle scarpe. Sì, ci riferiamo al famigerato spoiler di Striscia la notizia che ha rivelato, in anticipo, che il vincitore della quarta edizione del talent show culinario sarebbe stato Stefano Callegaro. «Agli italiani toccate tutto tranne Masterchef, se no si arrabbiano», dice Barbieri. «Ma ha visto sul web che rivolta? Io sono stato una tomba, il nome del vincitore non l’ho detto neanche a mia madre, perché ho un grande rispetto per il pubblico e per chi lavora al programma».
Lo spoiler vi ha rovinato la festa?
«Per niente! Alla fine un milione e mezzo di persone hanno guardato la finale, anche se conoscevano il vincitore, perché l’importante è il racconto, e la sfida tra i due finalisti è stato un ostraordinario momento di cucina. Anzi, sono sicuro che i servizi di Striscia la notizia, che è seguita da sette milioni di spettatori, hanno incuriosito tante persone e ci hanno fatto guadagnare spettatori. Masterchef è un programma seguitissimo, che ha cambiato la cultura gastronomica italiana, e ci sta che sollevi qualche invidia. Ma da tutto questo zibaldone, come diciamo a Bologna, ci abbiamo guadagnato».
Secondo Striscia la notizia, Niccolò, che si è piazzato secondo, avrebbe fatto uno stage da Sadler e anche Stefano, il vincitore, avrebbe lavorato in precedenza in alcuni ristoranti.
«Ma anche se fosse vero, fare uno stage non è come lavorare, si va lì per imparare, se io ora prendessi lezioni di canto per partecipare a X Factor, non è che divento un cantante vero. È giusto che ci sia un regolamento e che venga rispettato, ma noi giudici non siamo poliziotti. Se uno firma un contratto e mi dice che non ha mai lavorato prima, io ci devo credere».
L’anno prossimo a Masterchef arriva il quarto giudice, Antonino Cannavacciuolo. Non sarete troppi galli nel pollaio?
«Io sono contento, finalmente avrò un bodyguard! Il problema non è il nostro, è lui che deve inserirsi in un gruppo collaudato. Comunque, è meglio avere una voce in più, faremo il Quartetto Cetra».
E ora la attendono i giovani cuochi. Uno guarda questi ragazzini di otto- dieci anni che sfi lettano branzini di tre chili, conoscono tutte le spezie, maneggiano frullatori e impastatrici e si chiede: ma come fanno?
«La maggior parte viene dalla provincia, dai paesini, dove la gente ha ancora l’orto, la stalla con gli animali e si cucina tanto. E poi sono ragazzini che sono cresciuti guardando Masterchef. Grazie a noi, ora la gente va a fare la spesa e sa cosa comprare. Ma lo sa che anche Matteo Renzi è un nostro fan?».
Vero?
«Sì, l’abbiamo incontrato in uno studio televisivo e ci ha fatto i complimenti. E l’altro giorno ha detto che il Porcellum è come la Mistery Box di Masterchef ».
Così, grazie a voi, se un giorno i ragazzi sognavano di fare i calciatori, ora vogliono fare gli chef. Non si rischia di fabbricare illusioni?
«Con i ragazzi siamo molto chiari: per arrivare ai livelli di Bruno Barbieri o Carlo Cracco ci vogliono trent’anni di lavoro. Io per lunghissimo tempo ho lavorato in silenzio, sapevo di avere talento, ma dovevo imparare. Mi sono fatto il mazzo e sapevo che prima o poi il mio momento sarebbe arrivato».
Ai suoi nipoti consiglierebbe di seguire le sue orme?
«Ai miei nipoti consiglio innanzitutto di studiare. Vorrei facessero il liceo, poi si vedrà. Per fare il cuoco il talento o ce l’hai o non ce l’hai, ma poi devi conoscere due o tre lingue, avere una buona cultura generale. Ci vuole una formazione che l’istituto alberghiero per ora non garantisce».
Mi tolga una curiosità. Ma un cuoco famoso cede mai al trash
food? Insomma, le capita mai di mangiare qualche “porcata”?
«Come no, vado pazzo per gli hamburger, sono la mia fissazione. Li puoi mangiare a qualsiasi ora del giorno e della notte, quando hai fretta, ma puoi anche servirli a una cena importante»
A proposito di cene importanti, se vuole fare colpo su qualcuno, cosa cucina?
«Una cosa semplice con un impiattamento speciale. Che so, spaghetti al pomodoro all’interno di una melanzana».
È innamorato ora?
«Mi innamoro continuamente, vivo mille passioni, ho bisogno di darmi, per me una giornata di 24 ore non basta, me ne servirebbero 48. Che dice, da questa risposta le sembro innamorato?».
Direi di sì...