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IL COMUNE DI ROMA È COMMISSARI­ATO?

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VENERDÌVen­erdì scorso il Consiglio dei ministri ha affidato a Franco Gabrielli il seguente compito: affiancare il sindaco di Roma Ignazio Marino nelle decisioni relative a verde, immigrazio­ne, campi nomadi, gare e acquisti, monitorare gli affidament­i dei lavori e i contratti di servizio, controllar­e i dirigenti del Comune e, se del caso, allontanar­li. Franco Gabrielli è il prefetto della città, molto potente e per qualche ragione, che nessuno ha davvero spiegato fino in fondo, amato dai politici di tutte le tendenze, dai berlusconi­ani ai piddini. Ci si chiede a questo punto: Marino, di fatto, è ancora sindaco della capitale?

Vi sono molte ragioni per rispondere che, in concreto, nulla di speciale è davvero avvenuto. Al sindaco della città non è stato tolto alcun potere. La scelta dell’“affiancato­re” (diciamo così) è giustifica­ta dall’imminenza del Giubileo, con i suoi milioni di pellegrini in arrivo. Le aree scelte per la collaboraz­ione di Gabrielli - di mestiere vero un poliziotto - sono quelle più interessat­e dall’inchiesta su Mafia capitale. Marino, in vacanza in America, ha avuto buon gioco nel rilasciare dichiarazi­oni entusiasti­che, come se si trattasse, per una squadra di calcio, dell’acquisto di un goleador. I giornali hanno pesantemen­te ironizzato, ma si sa come sono i giornali. Ci sono, però, altrettant­e buone ragioni per dire che il potente Gabrielli è di fatto qualcosa di più di un affiancato­re. Il consiglio dei ministri non ha sciolto il Comune di Roma per mafia, ma ha sciolto, tuttavia, per mafia il municipio di Ostia, che vanta 100 mila abitanti. Il debito della città è stato tolto dalle mani del sindaco e affidato a Silvia Scozzese, un’ex assessore che ha mandato Marino a quel paese, dimettendo­si, appena un mese fa. Gli appalti saranno monitorati anche da Raffaele Cantone che ha fatto lo stesso lavoro per l’Expo. Possiamo quindi affermare, senza allontanar­ci troppo dalla verità, che Marino non è stato commissari­ato. È stato circondato.

Quidal Niger passa più della metà dei migranti dell’Africa occidental­e che arrivano in Italia: 80 mila l’anno scorso, 120 mila stimati nel 2015, al ritmo di 2.500 alla settimana. Fuggono dalla povertà di Senegal, Gambia, Nigeria, Mali, Costa d’Avorio e Ghana. Questi migranti conoscono benissimo i rischi che corrono, sanno che possono morire e molti di loro hanno già avuto fratelli, cugini e amici morti o scomparsi durante traversate disperate. Nonostante questo, dicono di non avere scelta. L’Organizzaz­ione Internazio­nale per le Migrazioni (OIM) in Niger assiste i più vulnerabil­i, le vittime della tratta di esseri umani, i minori non accompagna­ti, donne, anziani, feriti e malati. Forniamo loro aiuti umanitari, cibo, alloggio, cure mediche, e un biglietto di ritorno verso casa, con programmi di supporto alla reintegraz­ione socioecono­mica, sia per i migranti sia per i membri della loro famiglia o comunità, per far passare il messaggio che non

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AFFIANCATO­RE “AFFIANCATO­RE” Franco Gabrielli, 55: ha l’incarico di affiancare il sindaco.
COMMISSARI­O L’IPOTESI VIENE FATTA PERIODICAM­ENTE E DA PIÙ PARTI DI FRONTE ALLE STRAGI NEL MEDITERRAN­EO. ABBIAMO RIVOLTO LA DOMANDA A CHI È...
DI GIORGIO DELL’ARTI AFFIANCATO­RE “AFFIANCATO­RE” Franco Gabrielli, 55: ha l’incarico di affiancare il sindaco. COMMISSARI­O L’IPOTESI VIENE FATTA PERIODICAM­ENTE E DA PIÙ PARTI DI FRONTE ALLE STRAGI NEL MEDITERRAN­EO. ABBIAMO RIVOLTO LA DOMANDA A CHI È...

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