Oggi

Basta sprechi! La guida per non buttare cibo, di E. Belloni e N. Gavioli

Una guida pratica per non buttare il cibo

- Di Enrica Belloni e Nadia Gavioli

ANDATE AL SUPER CON LA LISTA, IMPARATE A CUCINARE GLI AVANZI, NON SIATE FISCALI CON LE SCADENZE. E CON UNO SMARTPHONE POTETE CONDIVIDER­E QUELLO CHE NON MANGIATE

Gli italiani gettano nella spazzatura da 10 a 20 milioni di tonnellate di cibo all'anno, un po' come se ognuno gettasse via due piatti di pasta al giorno. È quanto emerge da dati Fao ( Food and agricoltur­al organizati­on, organismo delle Nazioni unite) sugli sprechi alimentari. Complice la crisi, il fenomeno si è ridotto del 57%, ma c'è ancora tanta strada da fare: basti pensare che un quarto del cibo sprecato basterebbe per nutrire i 795 milioni di persone che soffrono la fame. Ecco alcuni consigli pratici che arrivano dagli esperti di sicurezza alimentare dell'Unione Nazionale Consumator­i e della Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition. Nel carrello. È qui che inizia la lotta allo spreco. Un sistema per non esagerare con gli acquisti è andarci con una lista di quel che serve per preparare i pasti della settimana e controllar­e sempre la scadenza (in genere quelli con “vita residua” più lunga sono i meno in vista). Occhio ai formati convenienz­a: il 3X2 o “compri 2 paghi 1” conviene solo alle famiglie numerose e, comunque, accertatev­i di averne realmente bisogno. Tenete

presente che per contenere gli sprechi nella produzione alcuni supermerca­ti svendono i prodotti vicini alla scadenza: lo fanno Simply, con l'offerta Evitiamo gli sprechi (-30%), e Carrefour, con Ultimi giorni al 50%, mentre Esselunga taglia della metà il prezzo del pesce verso sera. A casa. Attenzione alla temperatur­a del frigo: mai sotto ai 4 gradi (corrispond­e alla tacca del 2 o 3); le pareti interne devono essere asciutte, niente ghiaccio nel freezer. Frutta e verdura vanno messe nei cassetti o nei ripiani alti dove fa meno freddo, carne, latte e latticini nella parte bassa. Nella dispensa, gli alimenti con una data di scadenza più lontana vanno dietro per consumare prima quelli più vecchi. A tavola. Servirsi solo della quantità di cibo che si prevede di mangiare:

meglio riempirsi il piatto poco che troppo rischiando di lasciare avanzi. Quel che rimane si può riutilizza­re o congelare, vale anche per alimenti scongelati e poi cotti. Trovate qualche ricetta sui siti myfoody.it e www.nonsprecar­e.it. sul libro Avanzi d'autore, di Giovanna Ruo Berchera. L'abc dei prodotti scaduti. Vanno sempre buttati? No, dipende da quali e dalla scritta sulla confezione: “da consumare preferibil­mente entro il…” indica una data consigliat­a e non un termine tassativo per la sicurezza dell'alimento (come “da consumarsi entro ..”): se è integro e ben conservato il prodotto può essere mangiato anche dopo. Per esempio, tutti i cibi secchi come pasta, riso, sale, zucchero, caffè, miele, biscotti, crakers si possono mangiare tranquilla­mente anche due/tre mesi dopo il termine minimo di conservazi­one indicato sulla confezione. L'olio di qualità può essere consumato fino a 8 mesi dopo la data di scadenza; le conserve di pomodoro (che hanno scadenze variabili dai 12 ai 20 mesi) anche due mesi dopo senza problemi. Panettoni, pandori e colombe hanno scadenze di circa 4-5 mesi, ma si possono gustare fino a due settimane dopo; a risentirne sono solo un po' di fragranza e morbidezza. Più attenzione, invece, meritano i cibi freschi: potete consumare i formaggi stagionati anche 15 giorni dopo la scadenza, ma non gli altri (gorgonzola, primo sale, spalmabili). Il latte fresco si beve anche se è scaduto due giorni prima e lo yogurt fino a una settimana. Le uova vanno mangiate (cotte) al massimo entro 3 giorni dalla data impressa sul guscio, ma se biologiche anche una settimana dopo. Sono invece a consumare entro la data di scadenza i salumi e le verdure in busta.

Enrica Belloni e Nadia Gavioli

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