Oggi

UNA “TASSA” SUI TABACCHI PER SOSTENERE I NUOVI FARMACI ANTICANCRO

- Ferruccio M., Genova

UN CENTESIMO PER SIGARETTA, TRATTO DAI GUADAGNI DELLO STATO, POTREBBE GARANTIRE QUESTE MEDICINE. CHE NE DICE?

Laproposta è stata lanciata dall’Aiom, l’Associazio­ne italiana di oncologia medica. Con il 5 per cento degli 11 miliardi di euro che lo Stato incassa ogni anno sulla vendita del tabacco, il Servizio sanitario nazionale potrebbe garantire a tutti i malati, senza ritardi né “razionamen­ti”, i farmaci anticancro innovativi apparsi da qualche anno e che dimostrano una crescente efficacia. Io sono sostanzial­mente d’accordo su questa proposta, anche se non posso non avanzare una riserva di tipo etico. Infatti è molto contraddit­torio curare il cancro attingendo il finanziame­nto dal gettito statale dei prodotti da fumo, che ormai sono considerat­i da tutti sicurament­e cancerogen­i. È immorale che lo Stato guadagni su qualcosa che danneggia la salute, e non vorrei che devolvere un centesimo per sigaretta a un “fondo” nazionale per l’acquisto dei nuovi farmaci servisse a gettare una luce benigna sull’intera faccenda. Avanzo anche una riserva di tipo economico: i costi della ricerca sono molto onerosi, ma il prezzo altissimo dei farmaci innovativi è davvero giustifica­to? E c’è un reale rapporto costi-benefici, nel senso di reali vantaggi per il paziente, in termini di sopravvive­nza e di qualità della vita? Pur con queste riserve e con questi dubbi, i dati forniti dall’Aiom colpiscono positivame­nte. Non è stato ancora fatto un consuntivo degli ultimi anni, ma basta guardare l’andamento dal 1990 al 2007 per vedere che le guarigioni sono aumentate del 15 per cento, e che oggi più di 700 mila persone possono considerar­si libere dalla malattia. Per merito dei farmaci innovativi, basati su scienze relativame­nte nuove come l’immunoncol­ogia. Si va anche affermando una nuova “filosofia”, resa possibile dai farmaci. Nel caso non si riesca a guarire, si punta a rendere “cronica” la malattia tumorale, consentend­o un’aspettativ­a di vita che può andare a coincidere con quella naturale, com’è già accaduto per l’Aids. È vero anche per i tumori molto aggressivi e in fase avanzata, e dona una speranza inimmagina­bile soltanto pochi anni fa.

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