LA SCRITTA COMPARSA SUL PORTONE
no contraddittorie. Qualcuno sostiene d’aver visto Ashley in piazza Santo Spirito nella notte tra venerdì 8 e sabato 9 gennaio, quindi poche ore prima della scoperta del cadavere. Altri spostano le lancette 24 indietro, alla notte tra giovedì 7 e venerdì 8 e il loro resoconto, sostiene un inquirente, sembra essere il più dettagliato. «Ashley», dice una vicina, «giovedì aveva cambiato aspetto. Eravamo abituati a vederla bionda e ce la siamo ritrovata castana. Aveva cambiato il colore dei capelli e aveva l’aria euforica di una che si preparava a uscire per una bella serata». La notte a Firenze è lunga. L’americana approda con un’amica verso le tre di notte al Montecarla, in via dei Bardi, dove i più incalliti tiratardi fanno l’alba ascoltando musica, bevendo e ballando. Gli uomini della squadra Mobile, guidata da Giacinto Profazio, lo stesso che nel 2007 a Perugia aveva guidato le indagini per l’omicidio di Meredith Kercher, avrebbero già rintracciato l’amica. Secondo indiscrezioni, la donna avrebbe raccontato agli inquirenti d’aver salutato Ashley attorno alle sei di mattina e di essere rientrata a casa. Ashley sarebbe quindi rimasta nel locale, dove erano presenti anche altre persone. Tra cui uno straniero molto noto negli ambienti della Firenze by night. Noto come spacciatore, ma anche per una tendenza alle avance insistenti nei confronti delle donne. E se fosse stato lui ad averla accompagnata a casa? E se l’avesse convinta a salire insieme nell’appartamento? E se il cane avesse abbaiato a uno sconosciuto? E se Ashley fosse morta non il sabato ma al mattino del giorno precedente? Una ragazza residente nella zona dice di aver notato gli scuri dell’appartamento chiusi per tutta la giornata di venerdì. Dov’era in quel momento Ashley? Era già stesa accanto al divano letto, nuda e senza vita? Il portone di casa di Ashley con (nel tondo) la scritta che recita, in inglese: «Lui è colpevole e pagherà».