Oggi

Per il boss Brusca il carcere è part time

LE AUTORITÀ CONFERMANO: PER CINQUE GIORNI AL MESE E NELLE FESTIVITÀ L’AUTORE DI 150 OMICIDI GODE DELLA LIBERTÀ. MA È GIUSTO? L’INTERVISTA SCOOP

- Di Raffaella Fanelli

Giovanni Brusca è libero». La notizia pubblicata da Oggi nel numero scorso ha sollevato un polverone. Il Dap (Dipartimen­to dell’amministra­zione penitenzia­ria) ha subito precisato: nessuna scarcerazi­one per l’ex boss mafioso, solo permessi. Già, permessi. Per cinque giorni al mese, oltre a Natale, Capodanno e feste comandate. Tutto regolare? Sicurament­e sì. Ma quei cinque giorni di libertà al mese, oltre alle feste, fanno scandalo. Chi è, infatti, Giovanni Brusca, detto ‘u verru (il porco) oppure ‘u scannacris­tiani? È l’uomo che ha ucciso Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta. Prima della strage di Capaci, ‘u verru di botto ne aveva fatto un altro, con un altro giudice, Rocco Chinnici, e un’altra scorta. Ed è responsabi­le del sequestro e della morte del piccolo Giuseppe Di Matteo, che a 13 anni fu strangolat­o e sciolto nell’acido dopo quasi due anni di prigionia. In totale, le sue vittime accertate sono oltre 150. La notizia è venuta fuori da una nostra intervista con l’avvocato Monica Genovese, il legale di Franca Castellese e Nicola Di Matteo, madre e fratello del piccolo Giuseppe. L’avvocato Genovese ci ha detto quello che pensa di Brusca e del suo pentimento. Ci ha detto pure che le leggi vanno applicate, anche quando non piacciono. Anche se Brusca non merita un giorno, un’ora, neanche un minuto fuori dal carcere. Cinque giorni al mese dati a uno come Brusca sono libertà.

FINORA TUTTI PENSAVANO CHE STESSE IN PRIGIONE

Se non ci fosse stato il nostro articolo, nessuno avrebbe saputo delle vacanze natalizie concesse a ‘u verru. Dal Dap hanno assicurato che nei giorni di vacanza, accanto all’albero e al presepe, Brusca ha trovato anche gli uomini del Gruppo operativo mobile che lo hanno sorvegliat­o e controllat­o. Saremmo però curiosi di capire se i famosi cinque giorni vanno dal lunedì al venerdì, o se gli fanno fare il pendolare, con weekend a casa, e speriamo solo lì e non anche a passeggio. Di certo sono cinque giorni di libertà che Brusca matura ogni mese. Come le ferie in busta paga. Se non ci fosse stato l’articolo di Oggi, tutti penserebbe­ro a un Brusca al sicuro in carcere. Lui ha goduto di per- A sinistra, Giovanni Brusca, 58: dopo l’arresto nel 1996 fu fotografat­o vicino alla foto di Falcone e Borsellino. Sopra, il nostro articolo del numero scorso. messi regolari fino al settembre del 2010, poi un’inchiesta della Procura di Palermo ha portato alla sospension­e del «trattament­o premiale» in suo favore. Perché approfitta­va dei periodi trascorsi fuori dal carcere per curare affari personali, per gestire alcuni beni attraverso una rete di prestanome e per cercare di farsi restituire un appartamen­to di sua proprietà, ma la cui titolarità formale era di terze persone. Poi il processo scaturito da questa vicenda si è concluso con l’assoluzion­e di Brusca dall’accusa, derubricat­a da estorsione in tentativo di violenza privata. La fittizia intestazio­ne di beni era stata, invece, dichiarata prescritta in fase di indagini. E ancora prima erano stati restituiti al capomafia i circa 200 mila euro che gli erano stati sequestrat­i e la cui provenienz­a era risultata lecita. Ma ora? È giusto che un pluriomici­da con 150 morti sulla coscienza goda della libertà per cinque giorni ogni 30? E che cosa fa realmente in quei cinque giorni?

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