Era il suo miglior amico, gli ha rovinato la vita
PER 15 ANNI HA RICEVUTO CARTOLINE OSCENE DA UNA PRESUNTA AMANTE. GIURAVA DI NON SAPERNE NIENTE, MA È ARRIVATO A UN PASSO DAL DIVORZIO. POI LA CONFESSIONE, TRA LE RISA, DEL CONOSCENTE. E LUI L’HA DENUNCIATO
La prima cartolina è arrivata un giorno di ottobre del 1997: «Amore mio ti aspetto nella nostra alcova segreta». Lo scherzo è cominciato così. All’inizio la vittima ne trovava una ogni settimana, alcune con il fracobollo altre no, tutte in azienda, dove le poteva leggere chiunque, la moglie, i figli, i dipendenti, pure il ragioniere, che scappava via imbarazzato. «Tesorone, così come mi hai lasciato in primavera, ricominceremo a danzare». Sono andate avanti per 15 anni, trascinando la famiglia sull’orlo del divorzio, diventando sempre meno romantiche e più spinte, con disegni porno e allusioni esplicite: «Ti ricordi quella volta che l’abbiamo fatto in tre?». La beffa che sa di corna e sesso si sparge molto più intrigante in una piccola città come Treviso. Ma la cosa più incredibile è che dopo 15 anni di tortura, goccia su goccia, un bel giorno, tra la folla che segue in silenzio un funerale, l’amico del cuore, quello delle grandi serate e delle bisbocce, lo prende sottobraccio e gli sussurra: «Allora, hai visto l’ultima cartolina che figata?». Lui si gira inebetito, e l’altro comincia a ridere, e si piega in due dalle risate. Be’, dice Bobby Farrelly, il regista di Tutti pazzi per Mary, che «quando fai uno scherzo e qualcuno si fa male, sei andato troppo oltre» .
a vittimaL delle cartoline, un artigiano molto conosciuto in città, ha guardato il suo amico, un commerciante del centro storico, settore tessile, abbigliamento e calzaturiero, levando di scatto la sua mano dal braccio: «Io ti denuncio». Amici miei è finito male a Treviso. Ed è da due anni che si tra-
che tutela gli interessi dell’artigiano beffato: ora che il “burlone” è morto, si rivarranno sugli eredi.