La grande speranza di Annalisa Minetti
«Fra qualche anno, chissà, potrò sottopormi a un intervento capace di restituirmi la vista». C’è vibrante aspettativa nelle parole di Annalisa Minetti, la 39enne cantante e campionessa paralimpica. Le si presenta un’opportunità concreta contro la malattia ereditaria che le ha rubato la vista: la retinite pigmentosa. A maggio, in Francia, partirà infatti una sperimentazione che testerà un microchip da installare sotto la retina: la grande evoluzione, rispetto ai dispositivi già esistenti, è che tutto funzionerà wireless, quindi senza cavi che attraversano i tessuti oculari (il che alleggerirà non poco l’intervento chirurgico). «Fra tre o quattro anni il microchip potrebbe diventare una realtà e aiutare i pazienti come me a recuperare parzialmente la vista». Si parla di conquistare un decimo di visione. Un grande avanzamento rispetto al buio. «Il professor Andrea Cusumano mi ha detto che, se tutto andrà bene, potrò vedere Roma come da un vetro appannato». Annalisa a 6 anni non riusciva a scorgere l’aquilone rosso che il papà teneva teso nel cielo azzurro. «Lui credeva che mentissi, ma io non vedevo nulla appeso a quel filo. Poi a 12 anni ho iniziato ad avere difficoltà a scuola, ma tutti hanno liquidato la cosa sostenendo che fossi timida. Io, però, sentivo che qualcosa in me non andava».
E poi cos’è successo?
«Dopo tante visite inutili, ho trovato l’unico medico che ha compreso il mio problema, il professor Cusumano. E la diagnosi è stata una liberazione».
Liberazione?
«Sì. Perché finalmente non dovevo più fingere di vedere e nessuno poteva più dirmi che ero timida. In seguito la mia vista è via via peggiorata. E tre anni fa ho iniziato a vivere nel buio. Ma adesso si è riacceso un barlume di speranza».