NIBALI VINCE SULLE OMBRE DEL CICLISMO
delle piante di cannabis sequestrate si trovava al Sud, soprattutto in Calabria, e nelle Isole
Nonc’è pace nel mondo del ciclismo. Eddy Merckx, con Fausto Coppi il più grande campione delle due ruote, è finito nei guai accusato di corruzione per una vendita di 46 bicilette alla Polizia di Bruxelles e alla municipalità. In Belgio non scherzano e per un contratto di 15 mila euro Merckx rischia grosso. In nessun sport si fanno controlli antidoping come nel mondo del ciclismo. E i corridori, giustamente, si lamentano. Ma adesso c’è una grana nuova: il doping tecnologico. Alcune biciclette sarebbero fornite di motorini quasi invisibili. Michele Ferrari, il medico che ha “aiutato” Lance Armstrong a vincere i suoi Tour de France (vittorie poi revocate) sostiene che “le bici elettriche” vengono usate in gara dal 2005.
Vincenzo Nibali ha vinto il Giro d’Italia con un finale capolavoro.
Sembrava sull’orlo del precipizio, più vittima dei suoi fantasmi che dei concorrenti, eppure nel finale ha ritrovato se stesso e ha compiuto l’impresa. Ha commesso alcuni errori nella prima parte del Giro, facendosi poi prendere dalla tensione tanto da uscire addirittura dal podio, fatto clamoroso per chi era considerato il favorito.
Nella penultima frazione ci ha regalato numeri da campione,
come da campione sono stati gli ultimi 15 km della GuillestreSant’Anna di Vinadio che lo hanno condotto al successo. Nibali è stato capace di restituire quel senso di umanità che altre discipline hanno perso.
MATTARELLA “ROSA”
Il ciclismo è l’unico sport capace di trasformare una corsa in una favola.
È vero, c’è sempre la spada di Damocle del doping, ma lo diciamo per scaramanzia. Non vorremmo che fra un anno saltasse fuori qualcosa di anormale. Nella speranza che il ciclismo stia lontano da inchieste di corruzioni, dai motorini e dalla farmacia del diavolo.