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«MI FECE LA CORTE PER MESI»

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“Il Signore sa qual è la sua volontà, noi possiamo solo pregare”» A sinistra, Valentina Manticello, 33. Sopra, suo marito Roberto in ospedale. «Mi ha fatto la corte per mesi e alla fine ho ceduto», dice lei. Poi suo marito è peggiorato. «A febbraio le metastasi avevano aggredito i polmoni, faceva fatica a respirare, dimagriva sempre di più, così lo abbiamo ricoverato all’ospedale più vicino, quello di Alzano Lombardo. Il 13 marzo, però, Roberto ha avuto una crisi respirator­ia gravissima. Serviva subito un respirator­e per tenerlo in vita, ma ad Alzano non l’avevano, così il medico che lo seguiva chiamò Seriate. Dovette insistere molto per il trasferime­nto, là non volevano ricoverarl­o. Alla fine riuscimmo a trasferirl­o e ad attaccarlo al respirator­e». Era ancora cosciente? «Certo. Parlava con me, scriveva sms agli amici, guardava la tv e chiedeva di Elisa. Quando gli misero la maschera del respirator­e parlare diventò più complicato, allora ci faceva i cuoricini con indici e pollici, così». Poi cos’è sucesso? «Il giorno dopo il ricovero i medici del reparto in cui si trovava convocaron­o tutta la famiglia. Ci spiegarono che Roberto non aveva molto da vivere e che gli avrebbero fatto una cosa che hanno chiamato “terapia compassion­evole”, cioè gli avrebbero dato una dose di morfina perché si addormenta­sse per sempre, in dolcezza».

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«Di fronte alla malattia dicevamo:

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