Artrite reumatoide, se la terapia è “tripla”
LA COMBINAZIONE DI TRE FARMACI È EFFICACE NELLA CURA DELLA MALATTIA. E L’EUROPA PUÒ DARE UNA MANO
L’artritereumatoide è una malattia che affligge le articolazioni di giovani, adulti e anziani. Tra i farmaci alcuni sono in grado di ridurre il dolore ed esercitare un effetto antinfiammatorio, altri modificano l’andamento della malattia. Ai primi appartengono i farmaci antinfiammatori non steroidei (Fans); per i secondi, il prototipo è rappresentato dal metotrexato da solo o in combinazione con altri prodotti (quando il metotrexato non basta).
Questi ultimi farmaci in grado di modificare la storia naturale della malattia appartengono a una classe nota come con la sigla Dmard (
Disease-modifying antirheumatic drug, di Silvio Garattini Direttore dell’istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri”, Milano
farmaci antireumatici che modificano la malattia)
e si differenziano in due categorie: quelli sintetici a basso costo e quelli biologici ad alto costo. Per capire quale sia la reale efficacia delle due categorie - ma anche la loro tossicità - è molto importante avere a disposizione degli studi comparativi.
Alcuni autori canadesi hanno pubblicato sul British Medical Journal un’analisi che prendeva in esame 158 studi clinici controllati e includeva circa 37 mila pazienti. La conclusione: la terapia che prevede il terzetto di farmaci metotrexato + sulfasalazina +
studi sono pochi. Purtroppo, questi
idroclorochina non ha un’efficacia statisticamente differente rispetto a qualunque associazione dello stesso metotrexato con qualsiasi Dmard biologico. E va ricordato che la terapia “tripla” costa circa 10-20 volte meno di quella con i Dmard biologici.
La tripla terapia dovrebbe perciò essere la prima da utilizzare quando vi sia un’inadeguata risposta al solo metotrexato.
Tutto dipende dalla Direttiva europea che dovrebbe richiedere «qualità, efficacia, sicurezza e valore terapeutico aggiunto».