Oggi

MOSUL RAPPRESENT­A LA SCONFITTA DELLO STATO ISLAMICO?

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dei tifosi colpiti da diffida hanno dai 18 ai 30 anni

in più sono stati gli incontri con feriti nella serie B MOSUL

È una città di un milione e mezzo di abitanti che si trova proprio in cima all’Iraq. Subito sopra c’è la Turchia, a destra l’Iran, a sinistra la Siria. L’uomo la abita dalla preistoria, era l’antica Ninive degli Assiri, per quattrocen­to anni l’hanno governata i turchi. La parola «mosul» circola anche nella nostra lingua: chiamiamo dal nome di quella città il tessuto leggero detto «mussola» col quale si fasciavano i neonati e si cucivano le tende. Nel 2014, il califfo Al Baghdadi ha proclamato da lì lo Stato Islamico. Adesso una coalizione variegata e litigiosa sta per riconquist­arla. C’è la coalizione guidata dagli americani, che ha nell’esercito iracheno la sua punta di diamante, ci sono i russi e gli iraniani, ci sono soprattutt­o i peshmerga curdi, i più ardenti nemici del Califfo.

Ma intanto, benché iracheni e curdi siano ad appena 5 chilometri, la battaglia finale, quella che coinciderà con la cacciata del Califfo, s’annuncia lunga. I combattent­i dell’Isis hanno scavato trincee e gallerie e sono intenziona­ti a riempirle di petrolio e ad appiccare il fuoco prima di andarsene. Adoperano i civili come scudi umani, piazzando le famiglie, bambini compresi, nei punti che potrebbero essere bombardati. Chiunque cerchi di fuggire viene giustiziat­o all’istante, con un colpo alla nuca o col taglio della testa. Sono riusciti a scappare solo in 4 mila, in gran parte giovani e forti, capaci cioè di traversare a nuoto il fiume Tigri di notte. Gli uomini del Califfo - tra i 4 e gli 8 mila combattent­i - si concentrer­anno nella parte antica della città. L’esercito iracheno dovrà combattere strada per strada, anzi vicolo per vicolo, nella più classica e terribile guerra urbana.

Quando Mosul sarà presa, il Califfo resisterà ancora a Raqqa, in Siria. Caduta Raqqa, è pronta la via di fuga per il deserto libico. Da dove l’Isis continuerà a programmar­e attentati e ad arricchirs­i col traffico clandestin­o di petrolio, i sequestri di persona, il commercio di reperti archeologi­ci.

TEMPO RAQQA UN PO’ ALLA VOLTA

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Soldati iracheni felici dopo aver vinto una battaglia contro l’Isis.

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