IL GIALLO DEL DECAPITATO Di satanica qui c’è solo la ferocia
CADE LA PISTA DEGLI ADORATORI DEL DIAVOLO E POCHI CREDONO A QUELLA DEI BRACCONIERI. MENTRE CERTE STRANISSIME COINCIDENZE... to è L’indaga I boschi erano UNA FAIDA IN FAMIGLIA?
Si è detto di tutto, ma a due settimane dai fatti, la fine di Albano Crocco, 68, infermiere in pensione ucciso e decapitato in un bosco dell’entroterra ligure, rimane un mistero. Per le ferite da pallini da caccia, esplosi a distanza ravvicinata da un fucile di piccolo calibro o da una pistola a tamburo, è stata ipotizzata una vendetta da parte di bracconieri, infastiditi dalla presenza del pensionato che andava per boschi a caccia o funghi. Il corpo abbandonato in un dirupo, la testa staccata a colpi di machete, e finora mai ritrovata, hanno alimentato per qualche giorno la bufala di una setta satanica attiva nei cimiteri sconsacrati della zona.
CANCELLARE LE PROVE
Secondo gli inquirenti Satana non c’entra. Se il killer ha staccato la testa della vittima l’ha fatto per cancellare le prove. Voleva far sparire tracce biologiche rimaste durante l’aggressione o anche eliminare l’umor vitreo degli occhi che permette attraverso la all’ora della morte. Nei boschi arrivano i cani molecolari per cercare la testa della vittima e le indagini si focalizzano sul A portare i sospetti su di lui, 55 anni, infermiere all’ospedale S. Martino di Genova, sono state le circostanze familiari e una serie di coincidenze di tempi e luoghi. Borgarelli vive solo in una villetta ai margini del bosco del delitto, e oltre a un’ampia scelta di libri gialli ha un piccolo arsenale di armi da taglio e pistole, tutte in regola. I rapporti con Crocco, che ha sposato una zia materna, da alcuni mesi sono deteriorati e i due non si parlano più. Martedì 11 ottobre, dopo essere uscito di casa alle 7, lo zio lascia l’auto proprio davanti all’abitazione del nipote
e s’inoltra nel bosco. Borgarelli è tre esce. L’uomo viene indagato. L’avvocato Antonio Rubino gli suggeri- una troupe tv, lui parla. Ricostruisce i fatti dell’11 mattina, dice d’aver avvertito in modo netto due colpi di arma da fuoco, di non aver dato importanza alla cosa e di essere poi sceso a Genova per fare benzina e altri acquisti. Secondo un investigatore genovese questa sarebbe un’incongruenza.
NON POTEVA SENTIRE
Le cartucce usate dal killer sarebbero del più piccolo calibro esistente, il 36, e producono un suono secco, che Borgarelli stando in casa, a centinaia di metri di distanza, non avrebbe potuto sentire. I primi accertamenti danno, però, ragione all’indagato. Il test per scoprire residui di polvere da sparo sulle mani dà esito negativo e nell’abitazione non ci sono tracce di sangue. I Carabinieri sequestrano armi, coltelli, abiti, computer e documenti. Il centro delle indagini si sposta a Parma nei laboratori dei Carabinieri del Ris.