Oggi

Occhio alla prostata! A partire dai 40-50 anni, non abbiate paura: fatevi visitare dall’urologo

ESPLORAZIO­NE RETTALE, ECOGRAFIA E UN ESAME DEL SANGUE: COSÌ SI SCOPRE SE LA GHIANDOLA MASCHILE STA BENE. E SE CI SONO PROBLEMI? QUI CI RISPONDE UNO SPECIALIST­A

- Di Edoardo Rosati

Pesa 10-20 grammi. È lunga tre centimetri, larga quattro, e spessa, più o meno, due. Eppure un “affarino” così, la prostata, sa rivelarsi un’afflizione nazional-popolare per il 5-10 per cento dei maschi quarantenn­i e fino all’80 per cento oltre la boa dei 70. Perché, ahinoi, con l’età questa ghiandola tende a ingrossars­i. E a schiacciar­e il condottino che l’attraversa, l’uretra, lungo il quale defluisce l’urina. Da qui, un bel po’ di disagi: la difficoltà a iniziare la minzione, l’incompleto svuotament­o della vescica, il getto urinario debole, il bisogno di alzarsi la notte...

NON FACCIAMO CONFUSIONE

«Attenzione: è una crescita di tipo benigno che si chiama o

Provoca una compressio­ne sul canale uretrale, ostacoland­o, quindi, la possibilit­à di urinare normalment­e», chiarisce il dottor responsabi­le dell’Unità operativa di Urologia dell’Istituto clinico Sant’Ambrogio-Galeazzi di Milano. Ben altra faccenda è il che ha colpito l’attore e regista americano

è Il tumore più frequente tra i soggetti di sesso maschile e rappresent­a oltre il 20 per cento di tutte le neoplasie diagnostic­ate a partire dai 50 anni di età (in Italia avanza al ritmo di 35 mila nuove diagnosi all’anno). La preoccupaz­ione è: l’ipertrofia può de-

noma. ade- Maurizio Cremona, carcinoma prostatico, Ben Stiller: ipertrofia

Vescica Uretra Testicolo Prostata già attorno ai 40 per chi ha casi di cancro prostatico in famiglia». Ma tornando all’ipertrofia: come sbarazzars­i del “fardello”, quando la sua crescita si fa sentire? Già, perché “prostata ingrossata” non significa automatica­mente “guai”. La ghiandola ipertrofic­a diventa «sintomatic­a», cioè causa fastidi concreti, nella metà circa dei casi. «Per capirsi, se un paziente, pur con una ghiandola voluminosa, non accusa il benché minimo disagio, ci guardiamo bene dall’intervenir­e. Di contro, prostate appena ingrandite possono scatenare sintomi pesanti: questo perché la crescita, benché modesta, ha da subito compromess­o l’uretra». In sintesi, le cure scattano quando la minzione diventa un calvario. Due, allora, sono le strade: quella dei farmaci o del chirurgo. Colon generare in cancro? «No: le due realtà non sono correlate, ma possono coesistere. Accade spesso che il carcinoma venga riconosciu­to per puro caso, durante un controllo per la molto più comune ipertrofia. Poiché i sintomi del primo», continua Cremona, «affiorano purtroppo solo nelle fasi avanzate della malattia, è necessario giocare d’anticipo con gli opportuni controlli: esplorazio­ne rettale, ecografia vescico-prostatica e dosaggio del PSA ( di cui parliamo nel box a destra, ndr). Tutto ciò a partire dai 50 anni, con cadenza annuale, ma

LE STRADE DELLA TERAPIA

«Le medicine disponibil­i mitigano i sintomi rilasciand­o il collo della vescica o contrastan­do la crescita della prostata. Ma se non fossero sufficient­i, si passa all’azione chirurgica», dice Cremona. Lo specialist­a sceglierà la tecnica più idonea, ossia: incisione tra ombelico e pube per asportare adenomi di grosse dimensioni, altrimenti per le formazioni più piccole la rimozione avviene con il trattament­o endoscopic­o. «Significa operare per via naturale, senza alcuna incisione. Un tubicino risale lungo l’uretra verso la vescica e rag-

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