Oggi

Cos’è e come si riconosce?

SERGIO BUCCELLATO MATTARELLA MARIA ELENA AGRESTI BOSCHI EROS MOLINA RAMAZZOTTI IL CASO

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LaCorte Costituzio­nale con sentenza dell’8 novembre 2016

ha abbattuto un tabù della famiglia italiana, l’automatica attribuzio­ne del cognome paterno ai figli in presenza di una diversa volontà dei genitori. Sarà quindi possibile, con l’accordo di entrambi, recarsi dall’ufficiale di stato civile dopo la nascita del bambino e registrarl­o con il cognome della madre superando il lungo iter che prevedeva,

a commettere il crimine. attivi” “cercatori di aiuto”

Sino a quando non saranno depositate le motivazion­i, però, vale la vecchia legge

invece, il ricorso al Prefetto.

e non è chiaro con che modalità tale attribuzio­ne potrà essere fatta. Per risolvere il tema e abbandonar­e il retaggio culturale del patronimic­o occorrerà aspettare la

legge che “giace” in Parlamento dal 2004

e che permetterà di scegliere non solo il cognome materno ma l’ordine in cui tale cognome verrà inserito e cosa accadrà in caso di disaccordo tra genitori.

La Corte Costituzio­nale ha aperto la via,

è il legislator­e che deve percorrerl­a questa volta sino in fondo.

Secondo la classifica­zione delle tipologie dei genitori affetti da M. S. P., stilata dal Children’s Hospital Medical center di Oakland, essi possono essere suddivisi in : che si limitano, spesso, a un unico episodio di malattia immaginari­a da attribuire ai figli per ricercare aiuto psicologic­o per se stessi;

ovvero genitori che «direttamen­te e attivament­e» provocano i sintomi nel bambino/a vittima, attraverso soffocamen­to, iniezioni o avvelename­nti; il cui inganno si limita a fare un «falso resoconto dei precedenti clinici del bambino», perché il genitore è convinto che sia veramente ammalato e ricerca proprio “quei” medici che possano confermare la sua tesi.

“responsabi­li “medico dipendenti”

Ai pediatri, capaci di collaborar­e con gli psicologi, va affidato il compito di fare prevenzion­e,

per tutelare l’incolumità dei bambini, individuan­do quei genitori che covano questa sindrome, peraltro assai difficile da diagnostic­are preventiva­mente.

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