MA I CANTANTI SONO COMPLICI DELLA TRUFFA DEI BIGLIETTI?
IL PREMIO
BAGARINII bagarini una volta si incontravano soprattutto davanti agli stadi: avevano fatto incetta dei biglietti per la partita e li rivendevano a caro prezzo agli appassionati rimasti senza. Se ne incontravano però anche ai concerti, ed è rimasta famosa l’incetta di biglietti per sentire i Beatles nel 1965, con gli ingressi venduti a 5-7.000 lire, cifra enorme per l’epoca. Oggi è rimasto, e rende assai, soprattutto il bagarinaggio dei concerti. Ne ha fatto intravedere i meccanismi una testimone anonima, che lavora nel sistema e ha inviato alle Iene una ricca documentazione. La truffa, a quanto pare, vede coinvolti più o meno tutti: chi organizza il concerto, chi vende i biglietti all’inizio, e gli stessi artisti che in molti casi impongono l’attività di bagarinaggio.
I siti che praticano il cosiddetto secondary ticketing («vendita di biglietti sul mercato secondario») sostengono di rivendere semplicemente il biglietto in più di qualche aficionado. La testimone delle Iene dice che si tratta di una balla colossale. «Il business - racconta - si fa con gli accordi che prendiamo direttamente con gli organizzatori degli eventi». Cioè: chi organizza un concerto affida i biglietti a un circuito di vendita ufficiale (una società che fa questo di mestiere, in genere TicketOne) ma tiene anche una parte di questi biglietti per sé e li consegna a questi siti specializzati nella vendita bagarina, o secondary ticketing. Costoro entrano in azione appena i pochi minuti necessari alla prima vendita sono passati. Però se il biglietto del primo giro costava cento euro, quello del secondo ne costa mille.
Vasco Rossi ha subito preso le distanze da questa vendita secondaria, idem Tiziano Ferro, la magistratura indaga. Gli Iron Maiden, per il loro tour dell’anno prossimo, accetteranno solo prenotazioni elettroniche e nominative. Con l’obbligo, all’ingresso, di mostrare la carta d’identità.
VASCO NON CI STA CANTANTI SITI
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